FOLINO E IL TALISMANO DELLA FELICITA
Il consigliere regionale Egidio Digilio (An), in un’interrogazione urgente, ha chiesto di sapere dal vicepresidente della giunta ed assessore alle Attività Produttive Vincenzo Folino, “quanto è costato, complessivamente, il cosiddetto ‘Talismano della felicità’ collegato alla cosiddetta ‘campagna di comunicazione sul codice d’estetica della Regione’ e al Progetto interregionale Ospitalità nei borghi”. “Se proprio si voleva regalare un amuleto per propiziarsi la fortuna o scacciare mali e pericoli – scrive Digilio – si poteva far ricorso ad un più economico cornetto napoletano o riprendere l’antica tradizione cinese che insegna a catturare un grillo vivo e tenerlo in una scatoletta per attirare appunto la buona sorte”. “Ma a quanti non hanno avuto ancora il piacere di ricevere il talismano – aggiunge l’esponente di An – è il caso di ricordare le teorie filosofiche ed esoteriche che accompagnano il cosiddetto Progetto che si rifà, cito testualmente, ‘all’Immagine, che Aristotele definisce la ‘linfa dell’anima’ e che Platone dichiara essenziale per alimentare quella capacità di meraviglia, Thaumazein, che è alla base di ogni processo di acquisizione della Sofhia (Sapienza)’. Non è finita qui: l’emblema prescelto è l’emblema albertiano - l’Occhio Alato con il motto Quid Tum, raffigurato nella medaglia di Matteo de’ Pasti. Ci sono poi l’idea della Venustas, la liricità di Orazio, la poetica di Aristotele e risparmio altre teorie. Credo che si sia superato il segno perché sempre nel messaggio filosofico che Folino affida ai lucani è scritto che ‘il Talismano della Felicità è capace di trasformare gli istanti in eternità e rendere felice chi lo legge’”. Nell’annunciare che per le feste di Natale regalerà una “vasta gamma di cornetti napoletani a Folino”, Digilio afferma che “comunque si deve dare conto di come si spendono i soldi della Regione e quali risultati possa dare una simile campagna di comunicazione per l’Ospitalità di borghi sempre più abbandonati e degradati e quindi sempre meno ospitali per chi ci vive, figuriamoci per i turisti”. Non c’è che dire, la cosa si commenta da sé.
Come per le dichiarazioni di Diliberto, restiamo basiti e ci aspettiamo il peggio, al quale non c’è limite.