Domenica, 20 Luglio 2008 00:00

SUL RAPPORTO SVIMEZ

“I dati che emergono dal rapporto Svimez 2008 sono allarmanti e non valga al riguardo una lettura superficiale che riferisce di una Basilicata che resiste, comparandola alle altre aree del Mezzogiorno” E’ l’affermazione del consigliere regionale del gruppo misto – La Destra, Michele Napoli, il quale sottolinea che “basta ricordare come, per fortuna, da noi esiste un tessuto sociale tutto sommato sano, non affetto dal potere della criminalità organizzata, come accade nelle regioni limitrofe, che condiziona ogni forma di sviluppo”. “In questi giorni stiamo assistendo – continua Napoli – ad uno spettacolo a dir poco offensivo nei confronti dell’intera comunità lucana.

RAPPORTO SVIMEZ MATTIA LE AZIONI DA ATTUARE

“I dati che emergono dal rapporto Svimez 2008 sono allarmanti e non valga al riguardo una lettura superficiale che riferisce di una Basilicata che resiste, comparandola alle altre aree del Mezzogiorno” E’ l’affermazione del consigliere regionale del gruppo misto – La Destra, Michele Napoli, il quale sottolinea che “basta ricordare come, per fortuna, da noi esiste un tessuto sociale tutto sommato sano, non affetto dal potere della criminalità organizzata, come accade nelle regioni limitrofe, che condiziona ogni forma di sviluppo”. “In questi giorni stiamo assistendo – continua Napoli – ad uno spettacolo a dir poco offensivo nei confronti dell’intera comunità lucana. I politici nostrani al governo della Regione, piuttosto che preoccuparsi dei dati inquietanti che riguardano l’economia e, più in generale, la società di Basilicata, stanno alimentando una pericolosa querelle che ha quale unico scopo l’occupazione di postazioni di potere. Con tanta buona volontà – aggiunge l’esponente de La Destra – potremmo anche sopportare il dipanarsi di incontri ripetuti tra coloro i quali, in definitiva, gestiscono le sorti della regione, in nome del sacrosanto diritto di ogni forza politica di trovare intese ed accordi, ma se questi fossero finalizzati alla ricerca reale ed alla attuazione di una programmazione che risollevi le sorti di una intera popolazione e di un territorio che solo agli occhi di uno sprovveduto può apparire sano e proiettato verso un futuro migliore”. “Purtroppo, tornando ai dati Svimez, è d’obbligo sottolineare, come riferito anche dagli organi di stampa, che il Prodotto interno lordo lucano è in netta frenata, il 18 per cento delle famiglie vive con un reddito inferiore ai 12 mila euro, così come fa specie rilevare – dichiara il consigliere Napoli – che, nonostante il petrolio e i proventi derivanti dall’attività estrattiva, dei quali certamente le altre aree del Sud non possono usufruire, checchè se ne dica, nessun ritorno in termini di ricchezza è stato prodotto. Questa è la riprova – a giudizio di Napoli – del fallimento della politica del centrosinistra al governo della Regione che, anziché crogiolarsi accampando meriti che, evidentemente, non ha, dovrebbe recitare il classico ‘mea culpa’ e chiedere scusa ai lucani per quanto promesso e mai mantenuto”. “Rispetto alle enormi potenzialità che il territorio lucano offre, ed il riferimento non è solo al petrolio, fa rabbrividire – dice Napoli – il fatto che è davvero consistente il fenomeno della emigrazione verso altre regioni da parte di tanti giovani con un titolo di studio di livello medio ed anche alto, questo a dimostrazione che il sistema produttivo, attualmente esistente e preponderante, non riesce ad offrire loro alcuna prospettiva, né ad assorbire figure professionali sebbene qualificate”. “Quanto, poi, al tasso di disoccupazione – secondo Napoli – occorre evidenziare che lo stesso non considera i tanti cittadini che, ormai sfiduciati, hanno smesso di cercare occupazione e che tale circostanza incide non poco sui dati ufficiali, tutto questo senza contare la virtualità di tanti lavori che fanno salire l’indice degli occupati sebbene siano a termine e non diano nessuna garanzia per un futuro stabile. Quanto alla povertà delle famiglie lucane preme sottolineare – aggiunge il consigliere – che la sua crescita denota, ancora una volta, il fallimento delle politiche di sostegno e di assistenza messe in campo in questi anni, politiche rivelatesi solo di facciata e prive di effetti concreti”. “I dati relativi al gap infrastrutturale nei confronti del resto del Paese – a parere di Napoli – completano un quadro poco rassicurante, per usare un eufemismo, che ha evidenti responsabilità di natura politica. A fronte di una simile situazione – conclude il consigliere – quello che davvero sembra interessare gli amministratori è solo la tenace ed ostentata ricerca di una spartizione di poltrone, attivando ogni strumento atto a tale obiettivo”.

 

“Se non vogliamo che la Basilicata che ci “consegna” il Rapporto Svimez somigli sempre più ad una regione della Lituania o della Lettonia acuendo il divario con il resto delle regioni dell’Europa ci sono due “missioni da compiere”: la prima riguarda la programmazione dei fondi comunitari e comunque della spesa regionale che non possono più rispondere a logiche improduttive e di assistenza; l’altra è interna al Pdl che deve attrezzarsi meglio per pesare di più sulle scelte di Governo e per risollevare le sorti delle nostre comunità”. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio regionale, Franco Mattia (Fi-Pdl), sottolineando che “tra i tanti dati della Svimez, tutti negativi, che riguardano la Basilicata, quello più allarmante è riferito al “rischio povertà”: una famiglia lucana su due si ritrova in questa categoria”. “A pochi giorni dalla diffusione dei risultati del Pov (Programma Operativo Val d’Agri) credo – continua Mattia – non ci siano più attenuanti per la Giunta Regionale che ha dissipato anche le royalties per produrre una manciata di posti di lavoro cosiddetti di mantenimento. Di pari passo, per incidere di più nelle scelte politiche della regione e del Governo – afferma – deve procedere il processo di costruzione del Popolo delle Libertà che specie in Basilicata è sempre più una necessità per favorire l’aggregazione di energie libere che hanno bisogno di un punto di riferimento autorevole, con la prospettiva, a breve termine, di entrare a far parte del Partito Popolare Europeo. A livello territoriale, va evitato il rischio di procedere ad una sommatoria di gruppi dirigenti di Fi e di An e di marginalizzare i tanti che hanno contribuito al successo elettorale del Pdl”. “Le condizioni per portare avanti il progetto di partito unico – continua Mattia - sono sul piano organizzativo un modello di partito “leggero” dove oltre agli iscritti contino, ad ogni livello, anche gli elettori e una struttura di tipo federale con una forte autonomia locale, dando maggiore forza alle politiche meridionalistiche, mentre sul piano politico una strategia di sintesi dei valori ideali, culturali e sociali del partito dei moderati nel quale convivono e si sentono a “casa propria” i riformisti come i liberali, i cattolici come i laici. Va percorsa pertanto la strada delle idee e della cultura politica perché c’è lo spazio, in un grande contenitore, per chi ha voglia di costruire una prospettiva non sui numeri ma sulle proposte, facendo diventare il Popolo elle Libertà un organismo vivo e permanente. Queste condizioni sono fondamentali per consentirci – conclude Mattia – di affrontare le scadenze elettorali di primavera con le elezioni provinciali e comunali e quelle europee candidandoci a diventare partito di governo anche nelle autonomie locali della Basilicata”.

 

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