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Mercoledì, 11 Agosto 2010 09:42

RITMICHE ESPANSIONI

Mentre continua con un rilevante successo di visitatori la personale, organizzata dal circolo “La Scaletta” e dal Musma di Matera, di Kengiro Azuma, è stata inaugurata il 28 luglio, nello spazio SculptureArt a Matera, in via Madonna delle virtù, in collaborazione con l’Associazione Culturale Adapis, ospita una mostra dedicata alla scultura di Pino Castagna e Margherita Serra. Margherita Serra nasce a Brescia il 17 maggio 1943, è presente nel campo dell’arte fin dalla metà degli anni Sessanta.

Vive e lavora a Brescia e Carrara. Ha conseguito la maturità presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti di Carrara e la laurea in architettura presso al Politecnico di Milano. Dirigente presso il Comune di Brescia in qualità di architetto nel settore Edilizia Privata sino al 1994, quando per libera scelta ritiene di dedicarsi a tempo pieno alla carriera artistica rinunciando alla professione intrapresa. Fa parte del direttivo del gruppo europeo degli Architetti Artisti Ligne et Couleur di Parigi. Margherita Serra è presente in innumerevoli mostre e simposi che l’hanno portata a essere conosciuta in campo nazionale e internazionale. La città di Matera le ha concesso nel 1993 uno spazio demaniale nei Sassi affinché potesse svolgere e divulgare la propria arte in un ambito di così grande suggestione attraverso mostre e scambi culturali. Nel 2002 la città di Bernalda le ha conferito la cittadinanza onoraria per aver realizzato lungo il corso della città un’opera scultorea monumentale dal titolo Élan slancio vitale. Pino Castagna nasce a Castelgomberto (Vicenza) nel 1932. Completati gli studi accademici a Verona e a Venezia, acquisisce nel corso degli anni molteplici competenze sulla cultura e la lavorazione dei materiali: la ceramica, il vetro, le fibre tessili per arazzi e tappeti, il marmo, il legno, il bronzo, l’alluminio, la ghisa, il cemento, l’acciaio, rinnovando nel tempo e inventando lui stesso metodologie progettuali consone al suo naturale “far grande”, come chiaramente si intuisce visitando lo studio-laboratorio di Costermano, dove Castagna lavora dal 1959. A questa conoscenza tecnica si accorda una libertà creativa che riesce a forzare i limiti estremi di resistenza dei materiali, fino ad ottenere i risultati voluti. Un esempio di tale processo artistico sono i Canneti, esposti anche a Tokyo nel 1977 presso la storica Galleria Wako, gli interventi sui grandi tronchi di Iroko del 1976.La mostra resterà aperta fino al 5 settembre.

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