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CONTR-APPUNTI (1090)

Martedì, 27 Luglio 2010 05:07

SEDERE ALLA FEMMINILE di giesse

La Piaggio (leggi Fiat) pensa in grande e si prepara ad invadere il mercato cinese e a rinforzarsi su quello indiano. La famosa fabbrica di scooter (che se non sbagliamo aveva già ceduto la licenza in India alla Chetak – Bajai) ha deciso di aggredire la Cinaproletaria e di dotare il maggior numero possibile dei suoi abitanti di uno scooter. Ci proverà, prima, con un modello monomarcia e poi con la famosa Vespa. A dare coraggio alle decisioni imprenditoriali (che prevedono un investimento di molti milioni di euro) del gruppo, il fatto che il traffico cinese è uno dei più indiavolati al mondo e che gli intasamenti possono costringere i malcapitati a restare imbottigliati nel traffico per diverse ore. Un mezzo agile e scattante e, per giunta, parco nei consumi, potrebbe incontrare i gusti di un mercato in crescita, dove non tutti possono già permettersi l’automobile. In India la Piaggio, però, dovrà affrontare un problema, che è quello della scarsa cavalcabilità del mezzo da parte delle signore indiane, molte delle quali indossano il tradizionale sari, il lungo abito tipico diffuso in tutto il continente. Passi se l'indiana guida lo scooter ma, con quel popò di abitino, le sarebbe davvero impossibile sedere sul sellino posteriore. Dalla fabbrica di Pontedera fanno sapere che stanno studiando il problema. A nostro parere il problema è già stato brillantemente risolto negli anni Cinquanta, sia dalla Vespa che dalla mitica e inimitabile Lambretta. Esistevano (ma ancora di possono vedere nei raduni di moto d’epoca) dei seggiolini per il passeggero che erano dotati di due tubolari e che, alla bisogna, diventavano schienale e poggiapiedi per le italiche signore, ancora imbracate nelle gonne strette e fin sotto il ginocchio. Nei ricordi di scrive c’è una sbiadita immagine di queste (quasi sempre) corpulente dame che sedevano di fianco sugli scooter e che si reggevano alla vita del conducente con la mano sinistra. Con la destra, invece, reggevano, ben stretta, l’immancabile borsetta. Credeteci, la Piaggio non inventerà alcunché, al massimo riammodernerà un brevetto tutto italiano di tanto tempo fa. E così, nonostante il lungosari, le signore di Bombay, Nuova Delhi e dintorni, potranno viaggiare comodamente sulle due ruote, salvando compostezza e buona educazione. Altrimenti, possono sempre (come si dice da noi) fare le indiane e montare alla maschile!

Riceviamo dall'amico Franco Vespe e pubblichiamo

Chi scrive crede che a questo punto il problema sia di gran lunga più grave della puerile contesa di un seggio di Presidente (del Consiglio comunale di Matera ndr). Il Decreto Legislativo 267/2000 all’art. 39 comma 2 dice che il consiglio comunale deve essere convocato se un quinto dei consiglieri (otto per il caso di Matera) lo richiedono. Se ciò non avviene dopo i 20 giorni deve, dico, deve intervenire il Prefetto per celebrarlo come recita il medesimo articolo ma al comma 5. Questo significa che, statuto o non statuto, una legge dello Stato non può essere violata e se,ottoo più consiglieri lo richiedono il Consiglio comunale deve essere comunque convocato. Sarebbe cioè il caso che la minoranza passi all’attacco e richieda a ripetizione la sua convocazione e chieda al prefetto di forzarne lo svolgimento. Ma il problema come dicevamo è molto più serio!. Non è un problema politico. La politica è molto più seria di questo squallore! Ma non divaghiamo. La ragione sta proprio nel 9 % di differenza che Salvatore ha accusato al primo turno rispetto alle liste che lo sostenevano e che hanno continuato a non votarlo al 2° round! Non è un problema di qualità, capacità e di appeal popolare del nuovo sindaco; ma di una leadership locale che, per interferenze distruttive del livello regionale, non ha avuto adeguati riconoscimenti non solo a Potenza; ma anche e soprattutto a Matera. In termini più espliciti alle ultime elezioni l’asse Bubbico-Adduce, almeno a Matera, ha subito un brusco ridimensionamento; mentre le tribù ( la cosa è seria ma stiamo sempre e comunque parlando di contrapposizioni tribali ben lontani dalla civile dialettica politica.) della senatrice Maria Antezza e del consigliere regionale Vincenzo Santochirico insieme hanno acquisito insieme a Matera un consenso quasi doppio rispetto a quello dell’IDV o della lista Stella e rappresenta più di un terzo della maggioranza ! Uno strapotere elettorale a cui non ha corrisposto un peso nella compagine amministrativa dalle medesime proporzioni! I 4 consigli comunali andati a vuoto stanno lì a testimoniare che questa parte vincente del PD non ha alcuna intenzione di mollare la presa e che Adduce, come anche gli stati maggiori regionali che lo hanno voluto (quel ragazzino…come si chiama… Speranza, farebbe bene a costruirsi un mestiere, piuttosto che perder tempo nel fare il ventriloquo di voci e pensieri altrui!), dovranno inevitabilmente piegarsi alle loro non irragionevoli condizioni se vorranno governare (?) la città per i prossimi 5 anni. Salvatore, che è persona intelligente e di grande intuito, l’aveva capito già subito dopo il I turno, tant’è che non ha mollato, anche dopo la vittoria, la carica di Presidente ad AGROBIOS. Io però un consiglio glielo darei. Farei quello che la minoranza ha consigliato di fare: cioè rassegnare le dimissioni per forzare entro i fatidici 20 giorni, prima cioè che diventino irrevocabili, una soluzione per la presidenza del consiglio che provenga solo e soltanto dai consiglieri comunali della sua maggioranza – sarebbe poi sublime se ciò avvenisse coinvolgendo anche quelli della minoranza!- chiusi in conclave e con i telefonini spenti. Se poi l’accordo non si raggiungesse, sereno, al suo posto, tornerei in AGROBIOS per continuare il lavoro fin qui egregiamente svolto. E’ una delle poche realtà AGROBIOS che, se pur gestita da un potere “vicino”, sta raggiungendo risultati veramente apprezzabili! Dedicarsi a questa impresa gli darebbe molto più lustro che fare dinamiche di gruppo ed assistenza psico-sociale in uno sgangherato consiglio comunale!

Qualche chiosa finale me la consento! La prima la indirizzo ad Angelo Cotugno che esorta accorato, nel trovare una soluzione per la presidenza (ma se lui è uno di quelli che le sta sabotando tutte!) perché la città non può più aspettare ed attende risposte dal governo comunale. Lo voglio rassicurare sul fatto che ormai la Città ha smesso da un pezzo –almeno 15 anni - di pretendere ed attendersi risposte dall’amministrazione e, grazie a Dio si è ormai attrezzata per conto suo. Quindi prego lui, come i suoi colleghi, di fare le cose con calma e senza fretta! Poi al “sinergico” gruppo Stella raccomanderei di smetterla di definirsi, irritando non poco, movimento del “fare” scimmiottando così l’efficienza nordista/leghista. Il vero problema della politica oggi e che si agisce e si fa; eccome che si fa! ma….senza pensare prima, ahimé!
Non è uno spettacolo decoroso, quello che viene offerto dalla maggioranza di centrosinistra che “governicchia” il Comune di Matera. Il secondo capoluogo di provincia della Basilicata, dopo oltre novanta giorni di attesa, non dispone ancora del presidente del consiglio comunale. L’assemblea cittadina, come si sa, ha importantissimi poteri di indirizzo e controllo sugli atti del sindaco e della giunta ma, ahinoi, non può esercitarli, dal momento che la maggioranza di centrosinistra (quella che ha vinto le elezioni impalmando un sindaco con soli 179 voti di scorato sul diretto competitore) non ha ancora deciso. Ciò accade nonostante ci sia un dato incontrovertibile, quello che vede candidata alla carica di presidente da parte del Partito democratico, il consigliere più suffragato in voti di preferenza di tutta la città dei Sassi. Negli altri partiti della maggioranza, come è noto, la fronda è agitata da Italia dei Valori, che chiede la presidenza per sé, nella persona della consigliera Brunella Massenzio. Gli altri partiti stanno più o meno a guardare, in base al principio che “ è meglio non immischiarsi in fatti che non ci riguardano direttamente”: Sembra anche che, nello stesso Pd, ci siano correnti sotterranee e trasversali che vorrebbero trarre vantaggio (politico) dalla disputa, cercando di ridurre il potere elettorale della componente che fa capo alla senatrice Maria Antezza, accusandola sommessamente (tutti uomini di fegato ma…meglio non esporsi) di immobilizzare il governo della città. Così sarebbe se si trattasse di un “piccio”, preso per eleggere un consigliere qualsiasi (magari l’ultimo degli eletti) ma, cari e conosciuti “introvolatori di tonze” nel senso di intorbidatori di pozzanghere, siamo di fronte alla manifestazione palese dell’elettorato, che ha dato il massimo consenso proprio alla consigliera Nunzia Antezza. L’opposizione sta svolgendo con attenzione il suo ruolo, anzi riesce anche a operare qualche proposta che, se presa in considerazione dalla maggioranza e dal sindaco Salvatore Adduce, avrebbe potuto rappresentare una soluzione, per quanto pasticciata, al problema. Ma così non è accaduto, almeno per ora. E non hanno torto sia la Grande Lucania che parla di “coperta corta” per Adduce e la maggioranza, che il Movimento 5 stelle che redarguisce l’opposizione a “non prendere in giro i cittadini…evitando di cercare labili accordi tra gli schieramenti”: Per quel che ci sembra, la cosa viaggia più sul filo dell’infantilismo politico che su quello degli interessi inconfessabili. Sembra di avere a che fare con i bambini, quando si stabilivano le alleanze e le presenze tra la formazione dei “buoni” e dei “cattivi”. A proposito, abbiamo letto del nobile intento del sindaco e della giunta per la costituzione, anche a Matera, della città dei bambini. A che serve? Ce l’abbiamo già…
Venerdì, 16 Luglio 2010 05:01

CIAO MICHELE di giesse

Una nota di sincera mestizia connota questo “Contr – appunti”. Come avrete verificato nel corso di questi ultimi due anni, questa rubrica non serve solo a produrre motti salaci e arguzie su questo o quel politico, su questo o quel fatto di cronaca. La abbiamo utilizzata anche (e continueremo a farlo) per esprimere i nostri stati d’animo rispetto a eventi che ci colpiscono o, peggio, ci toccano direttamente, come quello odierno. Si è spento, a 67 anni a Matera, Michele Ferrara, uomo della sinistra materana, funzionario in pensione della Regione Basilicata. E non solo. Con Michele ci conoscevamo da tempi lontanissimi, dall’epopea del Centro per i Servizi Culturali di via Cappelluti e del Febbraio lucano (i cineclub, Mazursky, le pipe)  fino ad almeno un decennio di lavoro d’ufficio fatto porta a porta. Intellettuale ma, al tempo stesso, estremamente pragmatico, Michele credeva nell’impegno politico ragionato e mai agitato o, peggio, urlato. Ironico e garbato, era conosciuta la sua passione e competenza per lo sport e, in particolare l’atletica, ma anche per l’arte pittorica contemporanea e per i bonsai Giustamente il Comitato Provinciale di Matera del Coni,nella persona del suo presidente Elio Di Bari, e in tutti i suoi membri e collaboratori, ha espresso amarezza nel doverlo salutare per l’ultima volta . «Ricordo Michele – dice Elio Di Bari – come un grande velocista che ha fatto le fortune della regione Basilicata nei suoi anni da atleta. Sono stato un suo allievo ed è ancora vivo in me il ricorso, quando negli anni ‘60, gareggiavamo. A lui mi legavano oltre che i rapporti sportivi, anche una fraterna amicizia. Lascerà in tutti noi un grande vuoto». Coerente fino in fondo ha voluto che la sua salma fosse esposta nel Camposcuola Duni, in viale delle Nazioni Unite, dove è stata allestita la camera ardente che resterà aperta fino alle 17 di oggi. Alla famiglia vadano le partecipate condoglianze de Il Pomeridiano.
Lunedì, 05 Luglio 2010 00:00

IL DIRITTO SECONDO…

Scusate il ritardo, ma le tante vicissitudini dell’esistenza, diretta televisiva compresa della bella festa materana della Madonna della Bruna ci ha costretto a trascurare questa rubrica. Come al solito, ci attirano le dichiarazioni del Berlusca e il suo “ghe pensi mi” meriterebbe un salace commento, ma qualche volta le enormità di casa nostra superano le grandiosità (termine espresso agitando la mano a guisa di conchetta) del Silvio nazionale. Abbiamo appreso, in una lezione di alto contenuto costituzionale, che i voti espressi dai cittadini non hanno lo stesso valore. Se tu, o elettore, voti per una lista civica, il voto vale un tot. Se, invece, esprimi il tuo consenso verso un partito più o meno tradizionale, la tua preferenza ha un valore aggiunto.
Lunedì, 21 Giugno 2010 00:00

SE CI RIUSCIRA' POTRA' CONSIGLIARE BARACK

Sulla raccomandazione riceviamo dall’amico Franco Vespe e, dietro sua pressante… raccomandazione, pubblichiamo “E’ notizia di pochi giorni fa che il nostro Sindaco (di Matera, Salvatore Adduce ndr), ispirato dalla nostra Dorothy (Zinn, antropologa materano-americana ndr), ha scoperto che la raccomandazione esiste non solo a Bernalda, ma anche a Matera. Incombe minacciosa per riempire gli organici della società che curerà il prossimo servizio di nettezza urbana. Così Salvatore vestendo le vesti dello sceriffo implacabile si è posto il compito titanico di debellare la raccomandazione. Ora vediamo come va. Se avrà successo in questa impresa lo proporremo nelle sedi opportune per debellare la fame nel mondo o risolvere il problema del riscaldamento globale.
Mercoledì, 16 Giugno 2010 00:00

ALLUME DI ROCCA

Non abbiamo resistito a lungo e, come al solito, non riusciamo a tenerci niente, anche se siamo stati anticipati dalle dichiarazioni di alcuni consiglieri comunali materani . L’alto profilo morale delle dichiarazioni contro ogni forma di raccomandazione, proferite dal sindaco di Matera Salvatore Adduce, non potevano lasciarci indifferenti. Sembra, però, di trovarsi di fronte a un tentativo di riacquisizione della verginità muliebre. Va detto, però, che la ricostruzione dell’imene femminile, per quanto possibile, non è mai stata cosa facile. In epoche passate, le spose non vergini ricorrevano a più d’una abluzione con acqua e allume di rocca. Come qualcuno ancora sa, l’allume è un minerale che ha forti capacità astringenti, usato un tempo dai barbieri...
Sabato, 05 Giugno 2010 00:00

C' E' POCO DA FESTEGGIARE...

Ora che ci siamo rasserenati (ma non del tutto, in quanto il testo della cosiddetta manovra rinvia ad altra data lo sciagurato evento) in merito alla ventilata soppressione della Provincia di Matera, ci sentiamo nello stato d’animo di affrontare un altro spinoso problema. No, non si tratta della eccessiva e sanguinosa azione delle milizie israeliane contro i filopalestinesi che cercavano di forzare il blocco delle acque territoriali di quel paese. Non si tratta nemmeno della giusta ira del presidente Barack Obama rispetto alla catastrofe ecologica del golfo del Messico. Questi sono argomenti di una tale e drammatica complessità da non poter essere ospitati in questa rubrica, se non a rischio di fare il verso alla “mosca cocchiera” di letteraria memoria.
Venerdì, 28 Maggio 2010 00:00

NOIALTRI, PUTENZESI?

Tra le stupidaggini della manovra economica da 24 miliardi di Euro messa a punto dal gabinetto Berlusconi, oltre ai provvedimenti di facciata che servono a dimostrare la pensosa equità della casta, vocata all’autoriduzione dei suoi emolumenti (auto blu comprese) c’è la bestialità della soppressione di alcune province. Non si riesce ancora a capire, in effetti, se l’eliminazione dei territori provinciali con meno di 220mila abitanti esista ancora o sia già stato stralciato dal testo del provvedimento. Se la cosa dovesse prendere corpo, prepariamoci all’azione. Già, perché come molti sanno una delle province da eliminare sarebbe quella di Matera, già gloriosa capitale della provincia d’Otranto fino al 1806.
Martedì, 25 Maggio 2010 00:00

UNA FACCIA UNA TASSA

Era così difficile parlare chiaro? In queste settimane noi italiani abbiamo subito il bombardamento mediatico del governo che ha precisato, in numerose occasioni, che “noi non siamo nelle condizioni della Grecia” e via magnificando la capacità di tenuta e di ripresa della nazione sul fronte della crisi economica. Ora, di botto, sappiamo che se non ingoiamo il rospo, costituito dalla manovra di 24 miliardi di euro, facciamo la fine dei nostri cugini ellenici. Qualcosa lascia pensare che il governo miri in alto (con le cifre) per poi chiudere la manovra con qualche concessione e con il solito “avete visto, siamo riusciti a contenere il salasso”. Può darsi, ma la sostanza delle cose non cambia...