Sabato, 24 Maggio 2008 00:00

LA DC E IL PARTITO DEI DEMOCRISTIANI

“La rinnovata voglia di centro esplosa in Basilicata subito dopo le elezioni politiche, sino ad ipotizzare la formazione di un gruppone unico in Consiglio Regionale che, per consistenza numerica, ricorda gli ultimi gruppi consiliari della Dc negli anni ottanta, naturalmente, non può che far piacere a chi non si è mosso dal centro”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della DC della Basilicata, Giuseppe Potenza, per il quale “siamo di fronte ad un fenomeno politico destinato ad avere un peso nella vita politica regionale grazie alla “riscoperta” della cultura democratico-cristiana che ha caratterizzato (nel “bene” della missione di servizio alle comunità e nel “male” delle deviazioni clientelari ed autoreferenziali) la storia della nostra regione...
LA DC E IL PARTITO DEI DEMOCRISTIANI
“La rinnovata voglia di centro esplosa in Basilicata subito dopo le elezioni politiche, sino ad ipotizzare la formazione di un gruppone unico in Consiglio Regionale che, per consistenza numerica, ricorda gli ultimi gruppi consiliari della Dc negli anni ottanta, naturalmente, non può che far piacere a chi da sempre non si è mosso dal centro”. E’ quanto sostiene il segretario regionale della DC della Basilicata, Giuseppe Potenza, per il quale “siamo di fronte ad un fenomeno politico destinato ad avere un peso nella vita politica regionale grazie alla “riscoperta” della cultura democratico-cristiana che ha caratterizzato (nel “bene” della missione di servizio alle comunità e nel “male” delle deviazioni clientelari ed autoreferenziali) la storia della nostra regione e della nostra gente. Se molti sono i democristiani disponibili a riprendere un discorso troppo frettolosamente interrotto una quindicina di anni fa, è da loro che bisogna ripartire. E’ su queste basi che – conclude Potenza - è possibile costruire anche in Basilicata il centro dei cattolici moderati di cui si avverte il bisogno, mettendo da parte interessi personalistici e di parte e costruendo insieme il progetto politico. Tutto il resto, l’abbandono del partito d’appartenenza, o la formazione di altri partiti e movimenti, è destinato a non produrre alcun risultato, se non a disperdere energie e a frantumare ulteriormente l’area dei cattolici democratici”.
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