Mercoledì, 02 Aprile 2008 00:00

PIU' CHE CENTRO…

Più che centro, è centrale, nel senso della concitazione che si registra nelle stazioni centrali di aeroporti, ferrovie e linee metropolitane. In pochi giorni abbiamo visto nascere altre due formazioni di centro in Basilicata e, si badi, tutte in seno al Consiglio regionale lucano. Dopo la prima gemmazione dalla costola dell’ex Udeur (i Popolari uniti di Tanino Fierro, Antonio Potenza e Gigi Scaglione, impegnati elettoralmente, come ben dice oggi Nino Grasso sulla Nuova del Sud, a battere le campagne casolare per casolare), la seconda “partenogenesi” ha riguardato l’Alleanza dei democratici di centro, formazione annunciata e creata dalla vice presidente (postudeurrina) del Consiglio Rosa Mastrosimone.
PIU' CHE CENTRO…
 
Più che centro, è centrale, nel senso della concitazione che si registra nelle stazioni centrali di aeroporti, ferrovie e linee metropolitane. In pochi giorni abbiamo visto nascere altre due formazioni di centro in Basilicata e, si badi, tutte in seno al Consiglio regionale lucano. Dopo la prima gemmazione dalla costola dell’ex Udeur (i Popolari uniti di Tanino Fierro, Antonio Potenza e Gigi Scaglione, impegnati elettoralmente, come ben dice oggi Nino Grasso sulla Nuova del Sud, a battere le campagne casolare per casolare), la seconda “partenogenesi” ha riguardato l’Alleanza dei democratici di centro, formazione annunciata e creata dalla vice presidente (postudeurrina) del Consiglio Rosa Mastrosimone. Ieri, nel corso dell’ultima seduta, i consiglieri Franco Mollica (ex Verdi), Prospero De Franchi e Nino Carelli (già Italia dei Valori, ma rispettivamente ex Udeur e ex Margherita) hanno annunciato di abbandonare gli ultimi gruppi di appartenenza e di confluire in una nuova formazione definita “Centro popolare”. In Basilicata, dunque, il Centro resta una grande tentazione, anche se tutte le neoformazioni hanno ribadito di aver deciso rispettando la volontà dei loro elettori centristi di centrosinistra. Nell’osservazione dei futuri fatti politici, quindi, prevale l’inclinazione delle tre compagini a guardare a sinistra, per quanto non sia da escludere un possibile “strabismo” verso il centrodestra. Non si tratta di trasformismo, come qualche malevolo osservatore politico potrebbe ipotizzare, ma solo di opportunità. Il Paese, la Regione, ma anche le Province e i Comuni vanno governati e i sodali dei tre nuovi soggetti politici potrebbero sacrificare ogni connotazione ideale all’insegna del sacrificio sull’altare della governabilità. Certo, il trovarsi già predisposti alla trattativa bifronte rappresenta un fattore di indubbia utilità per chi non si trova collocato alle ali dello schieramento politico e partitico italiano, Basilicata compresa. In attesa del prossimo treno, è meglio essere preparati a un nuovo itinerario, con biglietto e bagagli pronti. Ora bisognerà attendere il “Signori, in carrozza”.
 
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