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Venerdì, 19 Ottobre 2007 00:00

MATERA E’ DOC

Nell’ambito di una cerimonia in Municipio a Matera, presentate e stappate ieri, alla presenza del sindaco Emilio Nicola Buccico, le prime bottiglie con “Denominazione di Origine Controllata”. Apprezzamento in ambito locale e conseguimento nicchie di mercato globale i primi obiettivi strategici del consorzio. Un’importante tradizione secolare è da oggi sotto tutela. E’ molto di più di un’iniziativa imprenditoriale orientata ai mercati. E’ la rinnovata difesa di una tradizione secolare che ha sempre associato la città dei Sassi alla produzione di vini pregevoli. Matera Doc non è più soltanto il nome del Consorzio di Tutela animato da sette aziende vitivinicole del Materano
MATERA E’ DOC
Nell’ambito di una cerimonia in Municipio a Matera, presentate e stappate ieri, alla presenza del sindaco Emilio Nicola Buccico, le prime bottiglie con “Denominazione di Origine Controllata”. Apprezzamento in ambito locale e conseguimento nicchie di mercato globale i primi obiettivi strategici del consorzio. Un’importante tradizione secolare è da oggi sotto tutela. E’ molto di più di un’iniziativa imprenditoriale orientata ai mercati. E’ la rinnovata difesa di una tradizione secolare che ha sempre associato la città dei Sassi alla produzione di vini pregevoli.  Matera Doc non è più soltanto il nome del Consorzio di Tutela animato da sette aziende vitivinicole del Materano; è un biglietto da visita prestigioso su una prima produzione di bottiglie pronte per la degustazione e per la vendita, presentate oggi in Municipio a Matera. “L’annata 2005, oggetto della prima produzione ufficiale” – riferisce Michele Dragone, presidente del consorzio – “propone quattro diverse qualità di vino: Rosso Matera DOC  (con la produzione “Lamina di Pietrapenta” dell’azienda Dragone) e Primitivo Matera DOC (con le produzioni “Prime Bacche” della Masseria Lanzolla; “Opus 199” e “Pietrapenta” dell’azienda Dragone). La produzione completa comprende 400 ettolitri di Rosso Matera DOC - con un potenziale di 60.000 bottiglie di vino – e 250 ettolitri di Primitivo Matera DOC per circa 40.000 bottiglie.” L’idea di conseguire la Denominazione di Origine Controllata è nata dapprima nell’ambito del comitato promotore per la richiesta del riconoscimento al ministero competente;  poi, è stata alimentata dalle sette aziende della zona (Acinapura, Battifarano, Di Taranto, Crocco, Lanzolla, Marino e Dragone) che si sono riunite in un’associazione. Successivamente - dopo l’approvazione del ministero del 5/7/2005 – l’associazione è confluita nel consorzio di valorizzazione e tutela per sostenere il riconoscimento ottenuto e trasformarlo in reale opportunità di sviluppo e promozione del territorio e dei suoi prodotti locali.  Il consorzio non ha soci  istituzionali, ma si attende ora che i primi soggetti pubblici possano accedervi per contribuire alla tutela del patrimonio condiviso. “I primi contatti realizzati nell’ambito delle fiere di settore sono stati incoraggianti.” – prosegue Dragone – “il nostro vino è  già molto conosciuto ed apprezzato, poiché la produzione precedente al conseguimento della DOC vantava già estimatori e mercato, nazionali ed internazionali. La promozione sul campo, pertanto, non potrà che confermare le qualità oggettive, garantendo al contempo una maggiore visibilità.  Peraltro, la DOC nasce per riprendere e mettere in risalto le antiche tradizioni culturali che col tempo avrebbero corso il rischio di scomparire: Matera ed il suo territorio, infatti, vantano una storia di produzione vitivinicola davvero rilevante. Dal 1500 in poi la presenza attestata di vigneti (si producevano già 4000 ettolitri di vino riconducibile all’attuale tipologia del primitivo) dimostra una naturale vocazione. Del resto, l’immagine tipica delle cantine nei Sassi di Matera – oltre 150 - coincide con la condivisione culturale della produzione a tutti i livelli sociali; anche nei complessi rupestri monastici sono tuttora visibili aree scolpite dedicate alla produzione enologica, caratterizzata da proprietà organolettiche superiori proprio grazie alla particolare modalità di conservazione.” Per il vicepresidente del Consorzio, Francesco Battifarano, “lo scopo del Consorzio consiste anche nel diffondere la conoscenza del gusto e del vino, così da  compulsarne il consumo culturale consapevole anche a livello territoriale. Il mercato locale, infatti, non è da sottovalutare sia perché ha già espresso la capacità di una domanda interessante e competente, sia perché è in grado di esprimere il ruolo di virtuoso divulgatore verso le zone circostanti. Ad ogni modo, la limitata disponibilità della nostra produzione, non sufficiente per presentarsi – ad esempio – alla Grande Distribuzione Organizzata, ci permette di guardare con ottimismo alle tipiche nicchie comunitarie di mercato che già in passato hanno dimostrato di apprezzare il nostro lavoro: Germania, Belgio, Regno Unito. Ciò nondimeno, i prezzi sono centratissimi rispetto alla qualità, e riescono a prospettare ottimi margini ai clienti business interessati all’importazione nei loro paesi.” “Siamo molto fiduciosi,” – conclude Dragone – “la DOC riuscirà a far decollare definitivamente le nostre produzioni ed a suscitare interesse negli altri produttori locali che decideranno di avvicinarsi al nuovo obiettivo di certificazione. I casi di successo del Trentino e della Toscana ci sono di esempio, spetta a noi ora moltiplicare gli sforzi per ottenere risultati lusinghieri e prospettive economiche di tutto rilievo.”
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