Sabato, 15 Marzo 2008 00:00

UN'APERTURA QUARESIMALE

Non è stato un trionfo di bandiere e di fiori. Il Partito democratico ha ufficialmente aperto la campagna elettorale a Matera nel cinema comunale, alla presenza del braccio destro di Veltroni, Dario Franceschini. Arredo minimalista: uno sfondo con il simbolo del Pd, tre poltrone, un leggio e la musica d’attesa ripetuta di continuo, una versione di “What a wonderful word” eseguita in chiave rock e, poi, “Mi fido di te” di Giovanotti. Sono presenti i candidati materani e lucani del Partito democratico. Apre i lavori Silvia Vignola, 35 anni, avvocato, nuovo dirigente dei maxi organismi appena eletti del Pd. Dopo di lei è la volta di Stefania Taratufolo, commercialista, esperta di contabilità e di consulting alle imprese. E poi Franceschini...
UN' APERTURA QUARESIMALE
 
Non è stato un trionfo di bandiere e di fiori. Il Partito democratico ha ufficialmente aperto la campagna elettorale a Matera nel cinema comunale, alla presenza del braccio destro di Veltroni, Dario Franceschini. Circa trecentocinquanta persone, tra i quali molti “addetti ai lavori”, anche provenienti dalla provincia. Arredo minimalista: uno sfondo con il simbolo del Pd, tre poltrone, un leggio e la musica d’attesa ripetuta di continuo, una versione di “What a wonderful word” eseguita in chiave rock e, poi, “Mi fido di te” di Giovanotti. Sono presenti i candidati materani e lucani del Partito democratico. Spiccano Maria Antezza, Filippo Bubbico, Carlo Chiurazzi, Vito De Filippo, Antonio Luongo, Salvatore Margiotta, insieme a Salvatore Adduce, Gabriele Di Mauro, Roberto Falotico, Angelo Cotugno. Apre i lavori Silvia Vignola, 35 anni, avvocato, nuovo dirigente dei maxi organismi appena eletti del Pd, che si sofferma sugli aspetti preoccupanti del lavoro e del precariato, richiamando alcuni punti dello stringato programma veltroniano. La precarietà – dice – da dramma personale è diventata un dramma collettivo e ricorda a Franceschini che sarà improcrastinabile sottoscrivere un patto tra governo e impresa, magari attuando quel provvedimento relativo al compenso minimo legale di circa mille euro e prendendo ad esempio la legge regionale sulla cittadinanza solidale, approvata dal governo regionale di centrosinistra. Dopo di lei è la volta di Stefania Taratufolo, commercialista, esperta di contabilità e di consulting alle imprese, che ricorda come il tessuto produttivo lucano e meridionale sia sfilacciato e che l’impresa ha bisogno di un fisco amico, che non ne impedisca la crescita, magari innalzando il limite per l’acquisto dei beni strumentali. Franceschini, dal canto suo, esordisce sottolineando come la creazione di una nuova forza composta da Ds e Margherita (e sottoscritta da circa 3milioni e mezzo di elettori che si sono recati a votare per le primarie del Pd) ha voluto lasciarsi alle spalle la stagione delle risse e delle aggressioni. Abbiamo deciso – dice l’alter ego di Veltroni – di abbandonare la politica delle alleanze eterogenee “contro” Berlusconi puntando a un solo soggetto, il Pd, che avrà un solo gruppo nei due rami del Parlamento. Non avremo più a che fare – sottolinea – con i vecchi alleati e abbiamo dato vita a una stagione di rinnovamento. Gli altri, Bossi, Fini, Berlusconi – ricorda – sono presenti da 14 anni sulla scena politica (mentre Veltroni, che nel 1972 girava con una delle prime telecamere con videotape da mezzo pollice, riprendendo le delegazioni regionali del Pci alla festa nazionale dell’Unità di Roma seduto sul sellino posteriore della Guzzi di Massimo Cecchini – ora Radio uno è appena uscito dall’adolescenza ndr), noi abbiamo avviato un vero rinnovamento. Franceschini fornisce le cifre: non sono stati ricandidati ben 134 parlamentari, con alcune esclusioni dolorose, i nuovi esponenti nelle due Camere saranno (a seconda se ci sarà il premio di maggioranza in caso di vittoria ndr) da 121 a 248 e la metà di questi non provengono né dal Ds né dalla Margherita. Con la precedente legislatura erano presenti 52 donne che diventeranno 100 o 130. Molti, ovviamente a Montecitorio, quelli al di sotto dei 40 anni d’età. Si passa al programma. Un documento snella – dice Franceschini – solo dodici punti invece delle precedenti 180 pagine, con una grande attenzione ai salati bassi. Volevamo utilizzare, d’intesa con la Pdl – sottolinea ancora – le economie di quella che si chiamava la “trimestrale di cassa”, ma loro hanno preferito rinviare il tutto al governo nuovo. E poi, come prevedibile, una rinata attenzione per l’impresa, il lavoro dipendente e il Sud che – ha evidenziato – possiede un patrimonio vincente, da utilizzare per lo sviluppo, tutelando però l’ambiente. Franceschini chiude il suo intervento di circa trenta minuti ricordando Aldo Moro, Enrico Berlinguer, Benigno Zaccagnini che – dice- hanno trasmesso a noi il senso dello Stato. E lo Stato italiano fa capolino anche dall’inno di Mameli, grande novità di casa Pd, che ora chiude tutte le manifestazioni pubbliche, insieme agli applausi di rito. Al Pd resta, ora, da vincere le elezioni e non solo in Basilicata, dove il nuovo partito dovrebbe avere gioco facile.
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