CANDIDATURE: I NOMI (CORRETTI) DEL PD
Ormai è cosa fatta. Dalla segreteria nazionale del Partito democratico sono stati partoriti i nomi dei candidati alla Camera e al Senato per il collegio della Basilicata, nel corso di un ultimo incontro tenutosi nella capitale intorno alle 16 di ieri. A quanto è dato sapere per Montecitorio correranno il lucano uscente Salvatore Margiotta, seguito dal parlamentare Antonio Luongo. Al terzo posto (che sarebbe certo solo in caso di vittoria del Pd a livello nazionale, grazie al vantaggio che deriverebbe dal premio di maggioranza) si posizionerebbe Elisabetta Zamparutti, una esponente della pattuglia radicale, seguita da Salvatore Russillo, Rosaria Vicino e Antonio Anatrone. Per palazzo Madama le cose sono leggermente differenti, dal momento che il premio di maggioranza è attribuito su base regionale. Data la consistente percentuale di voti che il centrosinistra raccoglie in Basilicata, al Senato i candidati sono Nicola Latorre, capolista (candidato anche in Puglia), seguito dal sottosegretario Filippo Bubbico, dal consigliere regionale e presidente del Pd Carlo Chiurazzi, dalla presidente del Consiglio regionale lucano Maria Antezza, dal sottosegretario al ministero per i rapporti con il Parlamento Paolo Naccarato (in quota nazionale, come Latorre), dal presidente della regione Vito De Filippo e dall’assessore regionale alle attività produttive e turismo Vincenzo Folino. Non figura, per ora, in nessun elenco il senatore uscente Salvatore Adduce. Una conferma della sua mancata candidatura è venuta dall’assessore Folino, che lo affernato esplicitamente nel corso di un suo intervento in un convegno, tenutosi ieri pomeriggio a Matera, sul rifinanziamento della legge 771 per i rioni Sassi. Trenta milioni di Euro – è stato detto - da “spalmare” in tre anni, un provvedimento per il quale Adduce ha profuso le sue energie. Il tutto, come si può immaginare, ha il crisma dell’ufficialità, ma non è esclusa da parte degli esponenti lucani del Pd, fino alla data di presentazione delle liste, un’azione di “reinserimento” tra i candidati del senatore materano, che è stato presente in aula solo per due legislature, per un totale di circa sei anni.