Martedì, 19 Febbraio 2008 00:00

CORTE DEI CONTI E ORDINE DEI GIORNALISTI

Sono state 400 in totale le istruttorie aperte dalla Corte dei Conti in Basilicata nel 2007 (rispetto alle 510 del 2006). Sono questi i dati illustrati a Potenza dal procuratore regionale della Basilicata della Corte dei Conti, Michele Oricchio, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2008. “Le parole pronunciate sul ruolo dell’informazione in Basilicata dal Procuratore Regionale Michele Oricchio, nel corso dell’Inaugurazione dell’anno Giudiziario 2008 della Corte dei Conti in Basilicata, fanno giustizia sui tanti luoghi comuni e su superficiali valutazioni rispetto all’operato dei mass media in Basilicata. Lo sottolinea il presidente dell’Odg lucano Oreste Lo Pomo.
CORTE DEI CONTI E ORDINE DEI GIORNALISTI
Sono state 400 in totale le istruttorie aperte dalla Corte dei Conti in Basilicata nel 2007 (rispetto alle 510 del 2006), di cui 256 su denuncia delle amministrazioni pubbliche, 89 su impulso dei cittadini e delle associazioni, tre su segnalazione dell'autorità giudiziaria e 26 su notizie apprese dalla stampa. Ammontano invece a 13,3 milioni di euro i danni erariali segnalati. Sono questi alcuni dei dati illustrati a Potenza dal procuratore regionale della Basilicata della Corte dei Conti, Michele Oricchio, nel corso della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario 2008. Nel 2007, secondo Oricchio, "le denunce sono in leggero calo": una diminuzione dovuta, per il procuratore regionale della Basilicata, alla "atavica carenza degli organici a disposizione". Altro elemento sottolineato nel corso della relazione è stato quello legato alla "necessità di ottenere quei provvedimenti necessari a dare smalto - ha osservato Oricchio - all'azione delle procure contabili", anche se "le recenti vicende parlamentari non inducono ottimismo in merito a questa possibilità". Sono stati due gli aspetti messi in luce da Oricchio sull'attività del 2007: "l'eccessivo frazionamento della pubblica amministrazione" e "il notevole incremento delle segnalazioni per percezione indebita di finanziamenti pubblici, europei, statali e regionali". Secondo Oricchio, infatti, "i piccoli Comuni non riescono a gestire la mole di adempimenti dovuti, e c'é un continuo ed eccessivo ricorso a consulenze ed esternalizzazioni". Bisognerebbe, quindi, "unire le forze, ricorrendo ad esempio, ad assunzioni per concorso di giovani e a gestioni comuni dei diversi settori di competenza". Altro elemento rilevante riguarda "l'eccessiva proliferazione di enti locali - ha aggiunto il procuratore - e le pluralità di cariche, che possono favorire derive patologiche". Oricchio ha evidenziato, come esempio, anche quello "del numero delle 'auto blu' presenti sul territorio regionale", per poi ricordare "le indagini svolte sui finanziamenti, da cui emerge una cattiva gestione del denaro pubblico. Mancano - ha concluso - efficaci sistemi di controllo preventivo sulle erogazioni, e quando i finanziamenti sono stati già concessi, è difficile scoprire gli illeciti".
 
“Le parole pronunciate sul ruolo dell’informazione in Basilicata dal Procuratore Regionale Michele Oricchio, nel corso dell’Inaugurazione dell’anno Giudiziario 2008 della Corte dei Conti in Basilicata, fanno giustizia sui tanti luoghi comuni e su superficiali valutazioni rispetto all’operato dei mass media in Basilicata. Per questo ringraziamo il Procuratore Oricchio per aver considerato la situazione in cui versa la Basilicata dal punto di vista informativo “più che soddisfacente” e connotata da “pluralismo informativo”. Ma ciò che più ci gratifica – sottolinea il presidente dell’Odg lucano Oreste Lo Pomo - è l’attestato da parte della Procura di svolgere un ruolo fattivo e non omissivo che consente “di acquisire testimonianze sulla vita civile nella regione e talvolta anche utili elementi di conoscenza di notitiae damni”. Questo passaggio – aggiunge - sarà sicuramente di ulteriore stimolo al mondo dell’informazione in Basilicata per continuare a svolgere il suo lavoro nel rispetto del diritto-dovere di cronaca e non contravvenendo ai principi della deontologia e della correttezza professionale”.
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