Venerdì, 18 Gennaio 2008 00:00

L’ARTIGIANATO AL CENTRO DELL’AGENDA POLITICA

“I dati diffusi dalla ricerca di Confartigianato che descrivono un Paese con opportunità di lavoro inutilizzate, illustra una situazione che trova un riscontro parziale nella nostra Regione”. Lo sostiene Leonardo Montemurro, segretario regionale della Cna, commentando i risultati della ricerca condotta dall’Ufficio studi di Confartigianato secondo cui, tra l’altro, su un campione di circa 1600 imprese con meno di 20 addetti, il 70,1 degli apprendisti verrà assunto. “Ancora una volta spiace dover sottolineare le difficoltà che il Mezzogiorno vive ancora oggi, con danni irreversibili proprio a quel tessuto artigiano di cui si sente sempre maggiore necessità.
L’ARTIGIANATO TORNI AL CENTRO DELL’AGENDA POLITICA
 

“I dati diffusi dalla ricerca di Confartigianato che descrivono un Paese con opportunità di lavoro inutilizzate, illustra una situazione che trova un riscontro parziale nella nostra Regione”. Lo sostiene Leonardo Montemurro, segretario regionale della Cna, commentando i risultati della ricerca condotta dall’Ufficio studi di Confartigianato secondo cui, tra l’altro, su un campione di circa 1600 imprese con meno di 20 addetti, il 70,1 degli apprendisti verrà assunto. “Ancora una volta spiace dover sottolineare le difficoltà che il Mezzogiorno vive ancora oggi, con danni irreversibili proprio a quel tessuto artigiano di cui si sente sempre maggiore necessità – aggiunge – al Sud falegnami, parrucchieri, idraulici, estetisti rappresentano spesso quel sottobosco dell’occupazione costretto ad utilizzare il ricorso al lavoro nero come unica opportunità di reinserimento o di prosecuzione dell’attività. Anche se nella maggior parte dei casi ad alimentare il lavoro nero sono proprio politiche istituzionali sbagliate tipo quelle relative alla formazione professionale, allorquando accade che pur di non perdere i fondi disponibili (milioni e milioni di euro) si programma l’immissione nel mercato del lavoro di figure professionali senza alcuno sbocco professionale che nella migliore delle ipotesi vanno ad alimentare un pericoloso “mondo sommerso” che danneggia gravemente le aziende regolari. Dall’indagine di Confartigianato emerge inoltre è la disaffezione dei giovani verso il lavoro artigianale. Un fenomeno che trova nel governo nazionale e regionale, pesanti responsabilità: l’istituto dell’apprendistato ( che così come era impostato ha garantito per anni il ricambio generazionale nel mondo dell’impresa artigianale), è stato negli ultimi anni al centro, in negativo, dell’attenzione dei vari governi: l’aumento delle aliquote contributive, una normativa burocratica farraginosa e complicata, leggi regionali che nell’ottica della semplificazione hanno, invece, ottenuti risultati contrari (il caso- Basilicata è esemplare con una legge regionale promulgata sul finire dell’anno 2006 e ad oggi sostanzialmente inattuata) costringono oggi la gran parte delle imprese artigiane a ricorrere a forme contrattuali diverse anche se meno rispondenti alle esigenze aziendali.”. Circa le misure offerte dalle Amministrazioni pubbliche Montemurro aggiunge: “E’ forse giunto il momento che il settore dell’artigianato torni ad essere al centro della politica regionale, atteso che con le sue 12.000 imprese operanti in Regione rappresenta una parte importante del sistema produttivo. Un buon inizio potrebbe essere quello di istituire l’Ufficio Artigianato con idonea dotazione di uomini e mezzi visto e considerato che la Regione Basilicata è una delle poche istituzioni i a non avere una struttura di questo tipo. Diventa, inoltre, fondamentale continuare l’azione di programmazione congiunta avviata dall’Assessore Folino tra il massimo Ente territoriale, le Associazioni di categoria e la Commissione Regionale per l’artigianato, organo costituito ed operante in seno al Dipartimento AA.P.. in base ad una specifica legge regionale”. 

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