Lunedì, 01 Febbraio 2010 00:00

I CARNEVALI ANTICHI DELLA BASILICATA

I CARNEVALI ANTICHI DELLA BASILICATA

 

In Basilicata il Carnevale è legato ai riti dell'antica cultura contadina. Campanacci, maschere della mucca e del toro, riti propiziatori per sperare in un'annata buona: sono questi i tratti salienti delle manifestazioni lucane sulle quali c'è stata una recente riscoperta. Gli eventi del Carnevale sono stati aperti il giorno di Sant'Antonio Abate (16 gennaio) a San Mauro Forte ed a Tricarico dai riti del campanaccio. Quello di San Mauro Forte è caratterizzato dalla sfilata di persone mascherate, divise in squadre. Ciascun partecipante ha un campanaccio che percuote continuamente. È la sagra di Sant'Antonio Abate che introduce al Carnevale. Un suono prima scombinato che diventa martellante, continuo e cupo. Il richiamo è alla tradizione contadina della transumanza delle mandrie di bovini di razza podolica, caratteristica della Collina materana. Il suono dei campanacci era ritenuto propiziatorio di terreni fertili e buoni raccolti. Con Sant'Antonio Abate è iniziato anche il Carnevale di Tricarico che avrà la sua conclusione il 14 febbraio. Come a San Mauro Forte la tradizione richiama i riti propiziatori per la buona annata agraria e per tenere lontane le negatività. Il coloratissimo Carnevale tricaricese, altro centro della Collina materana, è simboleggiato da due delle maschere più caratteristiche della Basilicata, quella della mucca e del toro. Anch'esse portano dei campanacci e sono pertanto una metafora della transumanza. Le maschere della mucca e del toro di Tricarico sono in realtà delle composizioni di vestiti ed accessori e possono essere indifferentemente uomini o donne. I figuranti travestiti da mucca indossano un cappello a falda larga, ricoperto da un foulard e da un velo bianco al quale sono attaccati lunghi nastri di diversi colori che scendono fino alle caviglie, e calzamaglie di colore chiaro, anch'essi decorati con nastri e foulard al collo, ai fianchi, alle braccia ed alle gambe. La maschera del toro indossa gli stessi vestiti ed accessori, con la differenza che il tutto è scuro, decorato con nastri rossi. Durante le manifestazioni del Carnevale di Tricarico sin dalle prime ore del mattino le maschere sfilano per le vie del paese, attraverso dei giri predefiniti, che vengono ripetuti più volte. Negli ultimi anni in Basilicata è Montescaglioso, Comune del Parco della Murgia materana, il centro principale di attrazione. Anche quest'anno sono previste tre sfilate di carri allegorici e di gruppi mascherati (7, 14 e 16 febbraio). È il “Carnevalone” di Montescaglioso, nome che corrisponde alla maschera principale, ovvero un vecchio, con abiti sdruciti, a cui l'ultimo giorno viene fatto il “funerale”, non prima che si sia tenuto il processo. È l'allegoria tipica del Carnevale: il nuovo che prende il posto del vecchio, un modo per tracciare il bilancio dell'annata e di chiudere i conti, per potersi proiettare nella nuova annata, con la speranza che sia migliore. 'Carnevalone’ è anche un 'soggetto sociale’: seduto su un asino sfila per le strade con cartelli sgrammaticati in cui denuncia i mali della società. Il Carnevalone di Montescaglioso è ricco di maschere: Carnevalicchio è il nuovo che prenderà il posto del vecchio, Quaremma è la vecchia e simboleggia il digiuno, altre testimoniano i momenti della vita (gli sposi, la donna incinta di Carnevalicchio, il medico, l'incappucciato, il frate). Singolare è una maschera che costituisce la sintesi tra l'Epifania ed il Carnevale: è il Cucibocca, un figuro scuro, con il volto coperto da cappelli e lunghe barbe, con una catena spezzata al piede ed un lungo ago in mano, figura ancestrale che mima il gesto di cucire la bocca per pretendere l'offerta. I Cucibocca sono protagonisti della vigilia dell'Epifania, ritornano quindi nelle sfilate di Carnevale (fonte Adnkronos).

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