Mercoledì, 18 Novembre 2009 00:00

LA SALUTE RUBATA

LA SALUTE RUBATA
 
La salute rubata – Il mercato del corpo che ammala i sani e non cura i malati di Daniela Francese per Aracne Editrice, distribuito in questi giorni nelle librerie, è un saggio-inchiesta sugli effetti provocati dal progressivo depauperamento del corpo-persona a corpo-merce dovuto ad un potere sempre più “bio”, esercitato cioè sulla vita e sui corpi, ad una certa scienza mercenaria e ad una medicina sempre più guidata dalle multinazionali del farmaco che non dagli interessi per la salute pubblica. Scritto in un linguaggio giornalistico agile e coinvolgente,che rende di facile comprensione termini e argomenti scientifici altrimenti relegati ad un pubblico di esperti, nelle sue 180 pagine La salute rubata, attraverso storie raccolte nei quattro angoli del pianeta, ampiamente documentate da rimandi in nota, che lasciano al lettore la scelta se e cosa approfondire di quanto già sviluppato nel testo, è un avvincente e illuminante viaggio tra le maglie di chi ruba la nostra salute. Dal Terzo Mondo, destinatario di una nuova razzia che ha sostituito alle materie prime gli uomini come cavie da laboratorio, serbatoi d’organi, o fonte di geni, l’itinerario conduce in Occidente dove altri esseri umani come tanti Dr Jeckyll e Mr Hyde sono vittime e carnefici di una progressiva sanitarizzazione della vita, dettata dalle multinazionali del farmaco, che con le loro ciniche strategie di marketing rendono schiavi delle pillole uomini sani e lasciano senza cure i più bisognosi. Il saggio deriva dal lavoro svolto per la tesi di laurea in “Comunicazione politica”, Disabilità come fenomeno sociale. Aspetti storici, culturali e biopolitici, che il prossimo 21 novembre riceverà la menzione speciale al Premio giornalistico internazionale “Maria Grazia Cutuli”, attribuitale da una giuria presieduta da Ferruccio De Bortoli e composta tra gli altri da Gianni Riotta (dir. Il Sole 24 Ore), Antonio Di Bella (già direttore Tg3), Antonio Ferrari (editorialista Corriere della Sera), Nino Milazzo (già vice direttore Corriere della Sera), Mauro Miccio (Università Roma 3), Antonio La Spina (Università di Palermo), Giuseppe Vecchio (Università di Catania), Rino Labate (Università di Messina), Luca Pedullà (Università Kore di Enna). La menzione si aggiunge al premio conferitole nel 2008 dall’Università di Camerino, quale migliore elaborato finale che abbia trattato il tema della disabilità sotto il profilo socio-culturale, sottolineando nella motivazione l’estrema attualità delle tematiche sociali affrontate “che per la chiarezza dei contenuti, la freschezza dell’esposizione, e non da ultimo l’abbondanza dei documenti riportati” rappresentano “un’interessante analisi sociologica, ma anche una piacevole lettura, ricca di spunti di riflessione”.
 
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