Qualcuno, forse, l'ha dimenticato ma “L’ultima cena globalizzata” è un'opera d’arte simbolo di una tragedia epocale. Le putrelle d’acciaio delle Torri Gemelle crollate l’11 settembre del 2001 e il metallo degli aerei che si schiantarono su di esse furono rimodellate dall’artista Antonio Paradiso. Non un solo defunto, ma oltre 3000 persone, vittime dell’attacco terroristico, rappresentate metaforicamente dalle tredici sagome riunite intorno ad un tavolo, “l’ultima cena” appunto, opera svuotata del suo significato esclusivamente cristiano e amplificato da una valenza contemporanea. La “Port Authority di New York e New Jersey” nel 2009,autorizzò la cessione di macerie dal World Trade Center a fondazioni, città o artisti, selezionando circa quaranta proposte tra novemila richieste giunte da tutto il mondo. Paradiso fu l’unico artista italiano a vincere il concorso. Giunsero a Matera, in un container di 12 metri, venti tonnellate di materiale. L’opera fu inaugurata un 18 giugno ormai di tanti anni fa nel Parco Scultura “La Palomba” a Matera (all'uscita di S.Vito sulla strada per Santeramo-Laterza) insieme ad altre installazioni, le “Ascensioni”, che come raccontò all'epoca lo stesso Paradiso, “portano al mistero del futuro, alla speranza di toccare l’infinito”. Oggi, a distanza di ventuno anni dal tragico evento che costò la vita a migliaia di persone e segnò l'inizio di una nuova stagione di attentati e perfino di un sanguinoso conflitto, vale la pena tornare a vedere "L'ultima cena globalizzata", a Matera, nel Parco scultura di Antonio Paradiso. Oggi e nei giorni a venire può essere l'occasione per meditare su una delle più feroci sciagure provocate dall'intolleranza religiosa che il mondo contemporaneo ha subito. Il Parco, ben tenuto e pulito, è a disposizione di chi vuole visitarlo, nella speranza che tutto resti così com'è. Se vorrete, potrete anche lasciare un contributo nella cassettina all'ingresso, una sorta di fondo per le pulizie e la falciatura dell'erba.