Me lo ricordava il busto del poeta Giovanni Pascoli ieri, a Matera, nella tarda mattinata in un bel sole che ha asciugato l'umido dell'acquazzone di avantieri. Ero in via Ridola alla ricerca di un parcheggio. Impresa quasi impossibile. Dopo vari giri, ho visto un posto vuoto, uno di quelli riservati alla ricarica delle auto elettriche. Mi sono fermato lì, pur avendo una vettura a combustione endotermica, vale a dire a carburante tradizionale. Riconosco di aver sbagliato. Accetto il "crucifige e così sia", come cantava Guccini. Mi sono allontanato per meno di dieci minuti. Al mio rientro ho trovato un turista romano (pareva) politicamente scorretto che aveva deciso di "alzare" i miei tergicristalli, forse in segno di pubblico ludibrio o forse per pulirmi il parabrezza. Era inviperito perché avevo occupato quello stallo e manifestava la sua ira come una vecchia tricoteuse, senza un minimo di comprensione, inveendo contro di me. Gli avevo chiesto se fosse un vigile municipale, dal momento che ero pronto a pagare la meritata contravvenzione. Non lo era ma, in cambio, era in preda a una incomprensibile isteria che oscillava tra il turpiloquio, il darmi del tu e la manifesta propensione a voler giungere a vie di fatto. Alla fine gli ho detto di allontanarsi e lui, quarantenne incanutito, con un sopracciglio alzato mi ha detto: "Altrimenti?" Gli ho risposto (oh, quanto detesto la mia saggezza senile!): "Altrimenti me ne vado io". E' rimasto un pò deluso, ma a me è rimasto un dubbio: i tergicristalli non li aveva alzati, quindi, per pulirmi il vetro. Gli avrei dato anche la mancia.
P.S. C'è qualcosa di nuovo anzi d'antico... Mi perdoni il poeta ma di antico, come dicono a Napoli, c'è che la mamma dei cretini è sempre incinta. giesse