Un altro primo Maggio da celebrare, anche quest'anno, senza lavoratori, manifestazioni, concertone di piazza san Giovanni a Roma e il grande appuntamento di Taranto.
Il Covid 19 ancora una volta, tra ceppi originari e varianti di diversa estrazione geografica, ha impedito tutto questo senza alcun rispetto per le conquiste della classe operaia, dei braccianti, degli artigiani e dei piccoli imprenditori. La stretta soffocante del virus non deve, in ogni modo, farci dimenticare la nostra identità e non deve farci dimenticare l'impegno comune a mantenere alto il livello delle condizioni di vita e di benessere raggiunto faticosamente ( e oggi in parte compromesso dal virus) nel corso degli anni. Bisogna ricordarsi, soprattutto, di chi muore per la scarsa sicurezza sui luoghi di lavoro, come è accaduto due giorni fa nel porto di Taranto. Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889,a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese: "Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi". Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue. Una ricorrenza di lotta, ma anche in musica. Vi offriamo, come facemmo lo scorso anno, le note dell'Inno dei lavoratori, il cui testo fu scritto da Filippo Turati, uno dei padri fondatori del Partito Socialista Italiano.