Giovedì, 29 Aprile 2021 17:29

IL CATTOLICESIMO SOCIALE DI DON GIOVANNI GRIECO

Riceviamo dal collega Michele Rutigliano (e volentieri pubblichiamo) un ricordo di don Giovanni Grieco a un decennio dalla sua scomparsa.

"Il 25 aprile è stato il decimo anniversario della scomparsa di Don Giovanni Grieco. In tanti a Ferrandina, nelle famiglie, nelle comunità parrocchiali e nelle associazioni, avvertono la necessità di conservarne la memoria per non dimenticare il suo profilo di testimone della fede, di amatissimo sacerdote oltrechè di stimato e saggio educatore. La figura di Don Giovanni è stata già ricordata e narrata da suo nipote, Marco Grieco, in un bel libro che racconta la sua vita e mette in risalto, anche attraverso tante belle testimonianze, il suo intenso apostolato di sacerdote e la sua preziosa eredità spirituale. Questo libro, però, è soltanto una prima tappa per chi, come noi, intende approfondire la sua profonda personalità e desidera inoltrarsi nello studio della sua intensa vita spirituale e sociale. La storia del secondo dopoguerra a Ferrandina, così come in provincia di Matera, s’incrocia spesso con la vita di Don Giovanni. Sono due i passaggi cruciali che lo vedono animatore e protagonista del cattolicesimo sociale nella nostra comunità: gli anni della riforma agraria e quelli successivi dell’ industrializzazione in Valbasento. Due capitoli della storia locale che videro Don Giovanni impegnato in prima persona nel sostenere i bisogni e le aspirazioni dei giovani e delle famiglie che lottavano per nuovi assetti sociali e per un futuro più dignitoso. Nuovi traguardi si dischiudevano ai ceti popolari dopo secoli di povertà e immobilismo che avevano impedito ai contadini, ai braccianti e agli artigiani un’autentica e definitiva emancipazione sociale. Quella degli anni cinquanta e sessanta fu una rivoluzione silenziosa che ebbe, tra i tanti protagonisti anche Don Giovanni, sui diversi fronti in cui dispiegò la sua missione religiosa e il suo impegno civile. In particolare nella cura delle anime e nell’educazione dei giovani. Di Don Giovanni sappiamo molto dell’impegno che profuse negli anni sessanta, quando Ferrandina e l’intera Valbasento si trasformarono da comuni agricoli in tante piccole ma dinamiche realtà industriali. Sappiamo poco, invece, di quello che promosse e realizzò durante gli anni della Riforma Agraria. E' in quegli anni che si manifesta il suo profilo di precursore e animatore del cattolicesimo sociale, sostenuto in questo suo impegno da una fede profonda nel riscatto del mondo contadino. Un mondo da cui lui stesso proveniva e che ben conosceva, perchè segnato da tante povertà non solo economiche ma soprattutto umane, sociali, culturali. Ebbene nel ricordo e nello spirito di Don Giovanni, insieme ad alcuni amici abbiamo pensato di istituire a Ferrandina un “Centro Fede e Cultura” a lui intitolato, per favorire, nella comunità, una rinnovata testimonianza religiosa e un forte spirito civile. Due costanti che animarono, in egual misura, la sua vita terrena e che furono alla base del suo cattolicesimo sociale proteso verso una società più giusta, libera e solidale. Un Centro che, nelle intenzioni dei promotori, dovrebbe animare la vita culturale e religiosa della comunità con incontri, conferenze, dibattiti e pubblicazioni. E soprattutto con borse di studio da destinare ai giovani che vorranno approfondire, con rigore scientifico e passione civile, i momenti più significativi della storia sociale e religiosa non solo di Ferrandina, ma dell’intera provincia di Matera. In cosa si caratterizzano questi Centri Fede e Cultura? Sul versante più strettamente cattolico, questi Centri costituiscono una realtà ricca e diversificata sia per quanto riguarda le tematiche trattate sia per le attività svolte. Il concetto stesso di Centro culturale cattolico racchiude la pluralità e la ricchezza delle diverse situazioni presenti nelle comunità in cui operano.
La loro attività si svolge in stretto contatto con istituzioni collegate a strutture ecclesiali quali la parrocchia, la diocesi, la conferenza episcopale, oppure con Istituzioni Religiose Universitarie. Anche il Centro dedicato a Don Giovanni, non appena sarà cessata questa brutta pandemia, dovrà promuovere iniziative e attività culturali ispirate ai valori cristiani, da diffondere e far crescere attraverso il dialogo, la ricerca scientifica, la formazione. In poche parole una cultura ispirata, vivificata e resa dinamica dalla fede, così come Don Giovanni la visse e la testimoniò tra i giovani che lui formò sia nell’Azione cattolica che nelle tante scuole dove svolse il suo insegnamento. I Centri culturali cattolici, sparsi in tutt’ Italia, sono strumenti privilegiati per far conoscere a un vasto pubblico le opere di artisti, scrittori, scienziati, filosofi, teologi, economisti e saggisti che hanno testimoniato con la vita e con le opere il loro profondo attaccamento ai valori e ai principi del cattolicesimo. Un’altra loro caratteristica è quella di promuovere iniziative per dare impulso alla socializzazione tra gli uomini, per offrire momenti di conoscenza e dibattito sui temi che si vorrà di volta in volta privilegiare, stimolando anche una riflessione sullo sviluppo sociale e civile della comunità in cui operano. Infine, una nota importante: il Centro Fede e Cultura dovrà collegarsi alla rete dei Circoli cattolici italiani, per rendere possibile lo scambio continuo di informazioni e riflessioni, per condividere studi e approfondimenti sulle grandi personalità che hanno illustrato la vita della Chiesa. Ed è proprio su questa scia che si è posto Don Giovanni Grieco. Una personalità tra le più eminenti della Ferrandina del Novecento, un amatissimo Sacerdote e Uomo di Dio che ha lasciato ovunque, nella sua città, a Matera e in tutta la provincia, una traccia indelebile della sua grande eredità spirituale".

Michele Rutigliano

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