Quest'anno la data cade una seconda volta in una fase di "resistenza", questa volta a un nemico perfido e implacabile che ha già mietuto migliaia di morti e messo l'Italia in ginocchio. Mai come quest'anno di piazze e strade parzialmente deserte (domani alcune regioni diventeranno "gialle" e per molti sarà un corale e pericoloso "liberi tutti") questa è una ricorrenza che assume le sembianze di un atto di democrazia partecipata. Il 25 aprile di settantasei anni fa l’Italia fu liberata per sempre dall’oppressione nazifascista. Le armate alleate che risalirono dal Sud Italia e le forze partigiane che operarono nel Nord si congiunsero per ridare dignità, speranza e fede democratica alla nazione italiana. Nel Comitato di liberazione nazionale erano presenti tutte le componenti antifasciste, dai comunisti ai socialisti, dai popolari agli aderenti a Giustizia e libertà, dai liberali, ai repubblicani e ai monarchici. Tutti insieme per liberare l’Italia dagli anni bui della guerra e del regime dittatoriale del fascismo. Dalla buona pianta dell’antifascismo nacquero gli alberi del referendum istituzionale tra monarchia e Repubblica e l’entusiasmante stagione della Costituzione repubblicana. Un ricordo di stenti, di sacrifici, di sangue, ma anche di allegria.