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Giovedì, 29 Ottobre 2020 11:48

LA MARCIA E IL "GRANDE NO"

Ricorreva ieri l’anniversario della famigerata Marcia su Roma e, in Grecia, quello del "grande NO". 

In questo poco fausto giorno (l’evento avvenne il 28 ottobre 1922) la pittoresca e raccogliticcia soldataglia delle milizie del Fascio occupò la capitale d’Italia senza colpo ferire. Il capo del Governo, Luigi Facta, avrebbe potuto avere facilmente ragione degli squadristi, ma il comandante della Piazza di Roma non ebbe mai l''ordine di fermarli. Fu un gesto di protervia antidemocratica avallato dal conferimento dell’incarico, da parte di un monarca sabaudo, a Benito Mussolini di formare il primo governo a guida fascista. Sempre nella giornata di ieri, invece, la Grecia e Cipro festeggiano (una ricorrenza nazionale) il grande NO. Liberamente tratto da Wikipedia, che ringraziamo per permettere alla nostra pigrizia di prendere il sopravvento: "La Grecia rappresentava un territorio strategicamente utile per contrastare l'esercito del Regno Unito. Mussolini riteneva che fosse facile riuscire a sopraffare uno stato più piccolo e per di più ritenuto disorganizzato militarmente. Nelle prime ore del mattino del 28 ottobre 1940 venne così recapitato al primo ministro greco, Ioannis Metaxas, da parte dell'ambasciatore italiano Emanuele Grazzi, un ultimatum nel quale si intimava di lasciar entrare l'esercito italiano nel territorio greco per occupare determinati punti strategici con lo scopo di contrastare l'esercito inglese. Le richieste di tale ultimatum, umilianti e degradanti per la Grecia, dovevano essere accettate entro tre ore dalla ricezione dello stesso. Tre ore dopo, però, arrivò το μεγάλο Όχι, il grande no, con il quale la Grecia rifiutò le condizioni imposte da tale ultimatum. L'esercito italiano, che si trovava in Albania, varcò il confine e invase il territorio greco, subendo, contrariamente alle aspettative, una pesante sconfitta.

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