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Martedì, 09 Giugno 2020 22:30

IL GIUDICE AI FERRI

Non ci sarebbero gli estremi per revocare la misura cautelare decisa dai magistrati. Il Procuratore della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo, resta agli arresti domiciliari.

Lo ha deciso il Tribunale del riesame di Potenza, respingendo il ricorso presentato dall’avvocato del magistrato, Angela Pignatari. Capristo finì ai domiciliari il 19 maggio scorso, nell’ambito di un’inchiesta su un presunto tentativo di indirizzare un processo: l’indagato tentò di farlo cercando di influenzare un sostituto procuratore di Trani, che si rifiutò e denunciò tutto. Oltre a Capristo, finirono ai domiciliari un ispettore della Polizia di Stato, collaboratore di Capristo, e tre fratelli, tutti imprenditori del Barese, i mandanti – secondo l’accusa – del tentativo di “aggiustare” il processo ai danni di una persona che loro stessi avevano ingiustamente accusato di usura ai loro danni. Un’inchiesta che getta una luce sinistra sul lavoro della Procura di Trani degli ultimi anni, se unita anche alle indagini sul gip Michele Nardi e sul pm Antonio Savasta, coinvolti in quello che è stato definito il “sistema Trani”. Senza contare le indagini di respiro internazionale condotte dal pm Michele Ruggiero sulle agenzie di rating che portarono la procura tranese all’attenzione delle cronache nazionali. Su tutto questo lavoro adesso cala un’ombra particolarmente inquietante, soprattutto se le accuse verranno confermate dal processo in via di definizione (da trmtv.it-Andrea Tedeschi).

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