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Giovedì, 30 Aprile 2020 17:03

UN PRIMO MAGGIO SENZA LAVORATORI

Un primo Maggio da celebrare, quello di quest'anno, anche se privo di lavoratori, di manifestazioni, del concertone di piazza san Giovanni a Roma e del grande appuntamento di Taranto.

Il Covid 19 ha cassato tutto questo senza alcun rispetto per le conquiste della classe operaia, dei braccianti, degli artigiani e dei piccoli imprenditori. La stretta del virus non deve, in ogni modo, farci dimenticare la nostri identità e non deve farci dimenticare l'impegno comune a mantenere alto il livello delle condizioni di vita e di benessere raggiunto faticosamente nel corso degli anni e, soprattutto, di chi muore per la scarsa sicurezza sui luoghi di lavoro. Il 1° maggio nasce il 20 luglio 1889,a Parigi. A lanciare l'idea è il congresso della Seconda Internazionale, riunito in quei giorni nella capitale francese: "Una grande manifestazione sarà organizzata per una data stabilita, in modo che simultaneamente in tutti i paesi e in tutte le città, nello stesso giorno, i lavoratori chiederanno alle pubbliche autorità di ridurre per legge la giornata lavorativa a otto ore e di mandare ad effetto le altre risoluzioni del Congresso di Parigi". Poi, quando si passa a decidere sulla data, la scelta cade sul 1 maggio. Una scelta simbolica: tre anni prima infatti, il 1 maggio 1886, una grande manifestazione operaia svoltasi a Chicago, era stata repressa nel sangue. Una ricorrenza di lotta, ma anche di musica e di allegria. Risuonano le note dell'Inno dei lavoratori, il cui testo fu scritto da Filippo Turati, uno dei padri fondatori del Partito Socialista Italiano. 

P.S. ...e che il virus possa prenderselo in quel posto e con mucho dolor!

 

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