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Giovedì, 16 Aprile 2020 16:45

"LA POLITICA AGRICOLA NON SI FA CON I PROCLAMI"

Riceviamo da Francesco Fanelli, assessore regionale lucano alle Politiche Agricole e Forestali e pubblichiamo."Leggo di continui attacchi e di corse in avanti da parte del consigliere regionale Braia...

...per annunciare provvedimenti ancora in fase embrionale e su cui stanno lavorando gli uffici, pur di appropriarsi poi di un merito che non gli appartiene. La sua è solo smania di protagonismo e propaganda politica di basso profilo che, particolarmente in questa fase, andrebbe evitata. Vorrei ricordare che grazie alla sua gestione politica scellerata e dei suoi compagni di viaggio abbiamo ereditato un bilancio lacrime e sangue. Ancora una volta pur dovendo sottrarre tempo utile in questi giorni complicati, credo sia opportuno rispondere al fine di evitare la diffusione di notizie confuse che potrebbero generare disinformazione negli operatori del comparto agroalimentare lucano e disorientamento negli attori del settore. E’ necessario, dunque, fare chiarezza su quanto si sta facendo per fronteggiare l’emergenza sanitaria che, con violenza assoluta ed inaspettata, sta aggredendo anche l’agricoltura, al pari di quanto accade ad altri settori dell’economia regionale e non solo. Procediamo per step, iniziando dall’ultimo provvedimento adottato dal dipartimento, quello sulla selvicoltura di cui il consigliere di opposizione si è voluto prendere meriti inappropriati. Con una determina del 25 marzo dell’ufficio foreste, sebbene a livello nazionale fossero vietate le attività selvicolturali come decretato dal Dpcm del 22 marzo, avevamo concesso una proroga allo svolgimento delle operazioni necessarie di sgombero e ripulitura fino al 15 aprile. Proprio perché particolarmente attento al tema, ho scritto al Ministero (in data 8 aprile) per chiedere l'apertura delle attività selvicolturali che fortunatamente è stata recepita e predisposta nel Dpcm del 10 aprile e, tempestivamente, abbiamo provveduto ad un’ulteriore proroga dei termini al fine di garantire la continuità delle operazioni. Da come traspare nelle comunicazioni dell’esponente di Italia Viva, invece, sembra lui l’artefice. Peccato che le date non gli danno ragione. Qualcuno gli dia un pizzicotto, lo svegli dal sogno di essere ancora assessore alle politiche agricole. Forse oltre a voler occupare la mia postazione, vorrebbe imitare il mio modo di fare politica, facendo parlare i fatti e, se la volpe non arriva al grappolo di uva dice che è acerba. Così opera lui, ma non è una volpe. Vorrei ricordare al consigliere che su mia sollecitazione abbiamo sottoscritto un protocollo tra parti datoriali e organizzazioni agricole (lo invito a leggerlo), prevedendo anche di istituire un tavolo con le prefetture per programmare l’accoglienza di manodopera extraregionale per evitare potenziali focolai. Sull’azzeramento negli ultimi 12 mesi della promozione dell’agroalimentare, come sostiene a torto il consigliere, vorrei far notare che tutte le fiere di maggior interesse si concentravano in questo periodo primaverile che, a causa dell’emergenza sono state annullate. Anche sull’invito rivolto dal consigliere renziano di acquistare prodotti 100% lucani, vorrei ricordargli che è una iniziativa che il dipartimento sta mettendo in campo e su cui stiamo lavorando da settimane per sostenere in modo solidale il reddito dei produttori della filiera agricola e agroalimentare. Certamente non è farina del suo sacco. Vorrei rinfrescare la memoria allo smemorato consigliere che fa proclami anche sulla forestazione e sul futuro dei lavoratori. Sulla forestazione, annualità 2017, mi sono impegnato personalmente a reperire le risorse, pari a 600 mila euro, pur di pagare le spettanze dovute agli operai forestali dell’area programma Alto Basento dopo due anni di promesse a vuoto fatte da lui. Sulla questione fondi europei. Non si comprende quali interventi abbia già messo in atto la Commissione europea per ‘… allargare le maglie regolamentari’. E’ vero invece che, per quanto riguarda il programma di sviluppo rurale ed in particolare il Feasr, il coordinamento delle regioni ha già provveduto ad inoltrare al Mipaaf una serie di proposte che, a sua volta, il Ministero sta negoziando con Bruxelles. Alla predisposizione di questa prima piattaforma ha partecipato in maniera attiva la Basilicata ed il dipartimento Politiche Agricole e Forestali. Specifica attenzione è stata posta sulla possibilità di utilizzare le risorse correnti ancora disponibili per interventi Covid-19 e, addirittura, impegnare maggiori fondi dell’attuale dotazione corrente dei Psr 2014-2020, avendo, al contempo, la certezza legale che tali impegni possano essere onorati con il Feasr post 2020. E’ già stata proposta l’introduzione di meccanismi concreti di semplificazione, sia procedurali (velocizzazione modifica Psr), sia nei contenuti (libertà di scelta del pacchetto di misure di sviluppo rurale), al fine di riallocare le quote Feasr ancora disponibili per interventi destinati a fronteggiare gli effetti della pandemia. L’accettazione delle proposte ovvero le modalità in cui la CE renderà operative tali proposte, rappresenterà la base regolamentare e procedurale su cui potranno poi essere assunte decisioni di carattere politico per orientare l’utilizzo successivo delle risorse, anche sulla base di un confronto con le rappresentanze delle imprese agricole. Mai come in questo difficile momento, prudenza e verità sono aspetti essenziali anche nella comunicazione. Per tale ragione, solo allorquando si avranno gli esiti del negoziato con l’Ue, sanciti in atti formali, sarà data ampia diffusione degli stessi a tutto il sistema agricolo lucano. Intanto, Agea ha provveduto a semplificare le modalità di effettuazione dei controlli in fase di istruttoria delle domande di pagamento, riducendo la percentuale dei controlli ed adottando modalità alternative e equivalenti finalizzate al superamento dei limiti alla mobilità. In questa quindicina di giorni abbiamo erogato circa 6,7 milioni di euro ai beneficiari delle diverse misure del Psr. Essere consigliere regionale, anche di opposizione, è un ruolo molto importante, se svolto con dignità e responsabilità e, soprattutto oggi, sarebbe utile un contributo fattivo e collaborativo visto il momento che stiamo vivendo. Anziché pensare ad apparire sui social prima di tutti e, tra l'altro con scarsi risultati, o sulla stampa, attribuendosi falsi meriti o sollecitare future proroghe che, ovviamente stiamo valutando vista la criticità, se davvero ha a cuore questo comparto e più in generale la comunità lucana, venga in dipartimento e se non vuole parlare responsabilmente con me, visto che non gli appartiene la cultura del dialogo costruttivo, parli con i dirigenti e suggerisca proposte che, finora sono solo state sbandierate ed elencate sui social per accattivare qualche esiguo numero di ‘mi piace’. La politica non si fa con i like e gli applausometri, ma mettendo in campo azioni di governo serie per contribuire alla crescita della regione e non agli interessi personali. Ovviamente si chiede al consigliere di proporre azioni e proposte realizzabili e non di promesse che hanno caratterizzato la sua azione politica quando era a capo della struttura dipartimentale, annunciando cose irrealizzabili e insostenibili economicamente. Mi dia retta caro consigliere, forse avrà un articolo in meno, ma le procurerà maggiori soddisfazioni perché potrà avere la coscienza a posto di aver pensato a soluzioni fattibili per sostenere le migliaia di imprese che sono in difficoltà. La gente giudica con i fatti, non con le chiacchiere e l’arte dell’affabulazione. Se fosse stato capace di programmare negli anni in cui guidava il dipartimento, non ci saremmo trovati ad intervenire su questioni spinose alle quali abbiamo cercato di dare risposte. Si rassegni consigliere al ruolo che le hanno conferito i lucani che non è di governo e neppure di programmazione, né tantomeno si può prendere i meriti di un esecutivo che non perde occasione per screditare".

LE  DICHIARAZIONI DEL CONSIGLIERE REGIONALE LUCA BRAIA

“La Basilicata sia pure tra le Regioni apripista nella riapertura delle attività, ma è impensabile farlo in autonomia e senza un piano chiaro, efficace e strategico: sarebbe da irresponsabili nei confronti dei nostri cittadini e delle nostre cittadine. Ho sentito parlare di una Basilicata che probabilmente farà da regione ‘prova’ per la riapertura di tutte le attività, grazie al numero contenuto dei contagiati e ovviamente alla bassa intensità di abitanti e per la grande civiltà nel rispetto delle regole che ci caratterizza. Le condizioni di contesto, seppur condivisibili, a mio parere non sono assolutamente sufficienti ad oggi a tutelare la nostra comunità. Seppure potrebbe essere utile alle nostre imprese per avere un potenziale vantaggio competitivo sul mercato ancora bloccato”. Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo di Italia Viva che aggiunge: “Immaginarlo a poco più di 2 settimane dalla fine del lockdown previsto - al momento - per il 3 maggio prossimo senza averne minimamente discusso o definito nessun piano regionale per la ripresa, da coordinare con quello nazionale sui temi urgentissimi riguardanti la sanità, la sicurezza, i trasporti, il sostegno alle imprese e molto altro, è pura fantasia. Chiediamo ufficialmente al Presidente Bardi di illustrare pubblicamente quale sarà la strada che intraprenderemo, convocando un Consiglio regionale apposito, anche se in modalità telematica, per affrontare le varie questioni”. “Non si può partire – continua - prima di aver definito i modelli comportamentali, stabilito livelli e modalità di controllo, organizzato adeguata assistenza e completato il monitoraggio dell'epidemia in corso e degli scenari possibili. Con quali risorse economiche, sostegni, uomini e mezzi si gestirà tutto? Necessario avere un impianto chiaro e collegato alla strategia che dovrebbe venire fuori dai lavori del tavolo sulle attività produttive e agricoltura, unitamente alla task force regionale. Ovviare a tutto questo e affidarsi al caso o a modelli non contestualizzati alle peculiarità regionali, per quanto mi riguarda, sarebbe pericoloso oltre che irrispettoso verso la nostra intelligenza e dignità”. “Occorre assolutamente pensare e attuare – dice Braia ­- un monitoraggio con una sistematicità delle diagnosi. Necessario garantire la disponibilità continua, quotidiana, di dispositivi di sicurezza per il sistema pubblico e privato. Mettere il sistema sanitario tutto in sicurezza con disponibilità totale di personale, attrezzature adeguate e tamponi con reagenti. Si effettuino controlli a tappeto nei luoghi sensibili (presidi sanitari, rsa, centri di riabilitazione pubblici e privati) e test sierologici per le persone che si avviano alla ripresa del lavoro. In un'azione strategica di questo tipo avrebbe senso anche la definizione della installazione degli ospedali da campo completi ed autosufficienti terapie intensive comprese, presupponendo che la disponibilità ‘a vita’ delle attrezzature e di personale medico e sanitario rimanga in capo alla Basilicata. Utile, magari in futuro, sia ad affrontare potenziali criticità derivanti dalle attività ordinarie e straordinaria legate all'agricoltura o magari a seguito della riapertura delle attività turistiche e conseguente aumento di popolazione in determinati periodi”. “Si pensi, infine – prosegue - alla infrastrutturazione tecnologica e informatica adeguata, a partire dagli edifici pubblici, alle scuole, università e a protocolli definiti di modelli di comportamento per l'accesso alle varie attività. Andrebbero, ad esempio, installati termoscanner in tutti gli accessi degli uffici pubblici e fatta una mappatura completa di dipendenti e visitatori”. “Al governo regionale chiedo - conclude Braia - di aprire un confronto immediato ampio con tutte le categorie di rappresentanza e con i sindacati. Pensiamo sin da ora alla fase due per arrivare alla ripresa delle attività preparati e in totale garanzia della tutela della salute degli operatori pubblici e privati. Non è dato, ovviamente, sapere a noi consiglieri regionali e ai cittadini tutti al momento, quali siano le strategie intraprese e a quale livello sia la discussione con le parti sociali e datoriali interessate. Chiediamo al Presidente Bardi e alla sua Giunta, ad ogni modo, di non fare salti nel buio sulla pelle dei lucani. Riaprire il 4 maggio non è solo una medaglietta politica da appendersi sul petto per raccontare che siamo i primi, se ciò non accade con il totale controllo dei processi e delle conseguenze possibili”.

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