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Giovedì, 06 Febbraio 2020 06:52

LA GUERRA DEI MONDI E IL CORONAVIRUS: PICCOLE INFODEMIE CRESCONO

Riceviamo da Stefania De Toma e molto volentieri pubblichiamo: "Era il 30 ottobre del 1938 quando un giovane Orson Welles, nel tentativo di rendere verosimile l’adattamento radiofonico al romanzo “La Guerra dei Mondi”...
...simulò uno sbarco di bellicose astronavi marziane nella località di Grovers Mill, nel New Jersey. “Le dimensioni della reazione furono sbalorditive, raccontò lo stesso Welles; “sei minuti dopo che eravamo andati in onda le case si svuotavano e le chiese si riempivano; da Nashville a Minneapolis la gente alzava invocazioni e si lacerava gli abiti per strada. Cominciammo a renderci conto, mentre stavamo distruggendo il New Jersey, che avevamo sottovalutato l'estensione della vena di follia della nostra America.” Si narra anche che tra le innumerevoli telefonate che giunsero al centralino del New York Times ve ne fosse una di un uomo che chiese, seriamente: "A che ora è la fine del mondo?" Sembra ieri, ma quella specie di scherzo in poche ore e solo attraverso la trasmissione in uno stato riuscì a contagiare tutti gli Stati Uniti. Il "coronavirus" è più che reale non vogliamo sottovalutarlo , ma quel che sta accadendo forse riesce a allarmarci ancora di più per quel che stiamo diventando. Perchè una notizia vera sta generando una ondata di fake news, che in italia chiamiamo bufale, da aver costretto a allertarsi addirittura l'Organizzazione mondiale della Sanità. Attraverso la sua sede centrale a Ginevra, i suoi sei uffici regionali e i suoi partner, l'Oms sta lavorando ventiquattr'ore su ventiquattro  per identificare le dicerie più diffuse, potenzialmente dannose per la salute pubblica, come le false misure di prevenzione o di cura, ovviamente ben più contagiose della famigerata influenza attraverso i canali social che si rendono verosimili con presunte informazioni basate su una inesistente evidenza scientifica. Qui in Italia sono stati capaci di creare una finta schermata del Televideo in cui viene denunciato il caso di un quarantacinquenne aretino di ritorno dalla Cina dopo un viaggio di lavoro. L’ultima di una serie incredibile- eppure bevuta in modo massiccio- di sciocchezze che stanno creando anche una serie di danni economici oltre che una specie di psicosi razzista che negli ultimi tempi sarebbe stata francamente evitabile. Di conseguenze a seguito di un tale tsunami mediatico ve ne sono a centinaia (solo da Dubai è stata in mattinata richiesta una partita di un milione di mascherine a una azienda che distribuisce Dispositivi di protezione individuale, e pensiamo anche a quante speculazioni avvengano in questo momento), e sotto gli occhi in Italia abbiamo le città d’arte svuotate dei loro più numerosi visitatori; ma quello che ci preoccupa per la nostra Umanità è la crescente incapacità di riuscire a reagire a un mondo mediatico che adesso ha davvero il potere di tenerci in pugno e decidere per noi. Lo stesso Welles aveva chiamato  quello della stampa ”Quarto Potere”, dopo quelli che decidono la vita democratica: legislativo,  esecutivo e giudiziario. Ma ci sa tanto che il potere dei social media e di Internet li abbia scalzati tutti e abbia guadagnato velocemente il podio nella nostra storia. Fa paura tutto questo. Più di un’influenza. Perché quella che è in ballo non è solo la salute dei nostri polmoni ma l’essenza della nostra Umanità , in preda a "una vena di follia collettiva"come quella del 1938 in America dalla quale sembra ormai impossibile tornare indietro. Anche se poi leggiamo di una nostra ricercatrice che è la prima a aver isolato il virus di cui sopra e ci prende orgoglio e un briciolo di speranza sul futuro, smorzata dall'amarezza che devi fare una scoperta per la quale il mondo spaventato si inchina per avere il premio di essere stabilizzata nel suo lavoro, precaria fino a ieri. Anche questi , tutto sommato , sono effetti delle infodemie. 
                                                                                                                                                                 Stefania De Toma
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