Mercoledì, 06 Novembre 2019 06:47

I LAVORI DEL CONSIGLIO REGIONALE LUCANO

Lo stato delle rinegoziazioni in corso in materia petrolifera con Eni e Total e la composizione delle relative delegazioni trattanti al centro della seduta del Consiglio regionale di ieri pomeriggio

. A far richiesta di una seduta straordinaria dell’Assemblea il consigliere Polese, istanza condivisa dagli altri consiglieri del centrosinistra e portata avanti anche dai consiglieri del Movimento cinque stelle. In apertura di seduta il presidente della Regione, Vito Bardi, ha tenuto una relazione sull’argomento a cui ha fatto seguito l’intervento del consigliere Polese. “Sono contento che il mio appello, insieme a quello degli altri consiglieri di minoranza, sia stato accolto e che si discuta di un tema tanto delicato, quale il petrolio, nella sede deputata”. “Esprimo il mio ringraziamento per la sua dichiarazione di responsabilità sulla questione - ha sottolineato rivolgendosi a Bardi - ma, soprattutto, manifesto contentezza per alcune sue dichiarazioni che mi sembrano rilevanti, come quella del rispetto dei lucani che deve esserci sempre e del suo impegno affinché le compensazioni ambientali siano retrodatate a far data dal 27 ottobre”. “Il suo intervento- ha detto ancora Polese - ci ha risollevato. Lei ha assunto un impegno e noi vogliamo collaborare con lei, però non mantenga all’oscuro mai l’opposizione, i sindacati e le associazioni ambientaliste e datoriali perché il silenzio su questa vicenda non è garanzia di trasparenza”. Il consigliere Perrino (M5s) ha evidenziato dubbi e perplessità in relazione alle integrazioni chieste al tavolo del Mise su aspetti tecnici e ambientali “che non risultano essere state trasmesse, ad ulteriore conferma che l’Eni si muove come fosse a casa sua”. Dopo aver criticato il comportamento della compagnia petrolifera, il consigliere ha sottolineato come “nel protocollo del ‘98, rispetto alle azioni previste ce ne sono alcune o parzialmente prese in considerazioni o altre per nulla portate avanti”. Perrino, tra l’altro, ha evidenziato che a fronte delle “compensazioni ambientali per circa 5,6 milioni di euro all’anno per dieci anni, ultimamente abbiamo sentito parlare di 38 milioni, quindi solo una parte è stata incassata dalla Regione. Non tutto quello che la Regione doveva ottenere ha ottenuto, ha concluso Perrino, citando alcuni esempi come “le azioni per lo sviluppo sostenibile, il monitoraggio ambientale, la rete sismica, il completamento della rete metano”. Per Cifarelli (Pd) “Occorre sottolineare che la Regione prima del 1998 non aveva mai trattato con le multinazionali e ottenere quei risultati non era facile. Grazie alle associazioni e ai consiglieri regionali è stata acquisita una sensibilità diversa. E’ giusto rivedere lo stato della situazione e noi abbiamo fiducia nel presidente della Giunta regionale. Siamo al suo fianco e il nostro punto di vista non è una provocazione ma vuole costituire uno stimolo ed essere pungolo costruttivo. E’ questa una fase delicata ed è necessario dare piena trasparenza alle trattative, considerando che siamo in clima di decarbonizzazione, come previsto dalla legge regionale non ancora attuata perché approvata a fine legislatura. Il criterio ispiratore nella trattativa è porsi il problema di cosa succederà in Basilicata nei prossimi dieci anni. Con l’intesa migliore bisogna chiedersi come usciremo dal petrolio e quale sarà l’attività dei lavoratori ora occupati nelle attività estrattive e nell’indotto”. “Abbiamo ascoltato con grande attenzione il suo intervento presidente Bardi” ha detto Leggieri (M5s) “e le rivolgiamo un invito per noi importante: “quello di difendere, in questa fase storica, solo gli interessi dei lucani perché i giovani dalla Basilicata continuano ad emigrare e i paesi continuano a spopolarsi. Molti giovani non riescono a realizzarsi e tanti tentano la fortuna, i 500 milioni di euro spesi in scommesse sono un segnale”. A riguardo il consigliere del M5s ha colto l’occasione per stigmatizzare la proposta di legge sulla ludopatia che va ad indebolire gli strumenti di contrasto al gioco d’azzardo. Questa non è la mia Basilicata e penso neanche la sua Presidente. Le compagnie petrolifere hanno dominato in questi anni oltre quanto consentito. Saranno i giudici a giudicare, noi continueremo a denunciare e a chiedere il blocco delle attività del Cova”. “Lei - ha continuato rivolgendosi al presidente Bardi -  ha un’occasione storica. Faccia prevalere l’interesse dei cittadini e non si faccia dettare l’agenda da commissari venuti dal Nord".“Confermo il fatto che l’appello del presidente Bardi unisce il Consiglio regionale ma anche che i dati drammatici del rapporto Svimez devono portarci ad assumere un’azione di responsabilità univoca e contemporaneamente mirare allo sviluppo”. Così il consigliere Acito (Fi) il quale ha ribadito che “Sicuramente la tutela della salute viene prima di tutto e che dopo venti anni di royalties, in questo momento, bisogna cambiare pagina e approccio. Finora abbiamo ottenuto compensazioni e pezze per rimediare a situazioni di criticità. Ora vi è la necessità di ottimizzare il nostro operato in una dimensione importante di progettazione per la crescita del territorio, usando metodi innovativi che contemplano gli indicatori di risultato finora completamente assenti. Oggi abbiamo lo strumento per ridefinire i criteri di spesa, utilizziamoli togliendoci i colori di appartenenza e puntando all’unico obiettivo comune che è quello di creare sviluppo”. Attestato di riconoscimento sulla relazione di Bardi anche da parte di Braia (Avanti Basilicata). “Finalmente abbiamo sentito parole nette sull’assunzione di responsabilità sulle trattative Total e Eni. Questo ci tranquillizza, ci mette al riparo dalle polemiche e diventano il miglior viatico per ottenere il meglio a difesa della nostra comunità”. Braia ha continuato sottolineando che la minoranza ha provato ad accendere i riflettori sul tema in vista del 26 ottobre “data dalla quale le compensazioni ambientali hanno terminato la loro validità”. Il consigliere, poi, ha sottolineato che “gli interessi intorno al petrolio sono crescenti in relazione al settore della petrolchimica”, per questo è necessario tenere ben presente “l’impatto che il petrolio lucano avrà nei prossimi anni”. Dal consigliere, poi, l'invito al presidente Bardi, ad aprirsi al confronto con sindacati e parti datoriali ridando, inoltre, la centralità al Consiglio regionale. Si faccia dare un mandato dall’Assemblea a firmare gli accordi rimettendo in piedi l’esercizio democratico”. “Il tema estrazione è tema sensibile e sentito dai cittadini lucani che con il referendum sulle trivellazioni, con oltre il 96 per cento, hanno pienamente dimostrato la loro volontà contraria alla perforazione del territorio”. Lo ha sottolineato il consigliere Giorgetti (M5s) ricordando che “Il petrolio non deve essere considerato una risorsa che porta ricchezza se non per chi lo estrae. Solo una parte del bilancio della Regione e del Pil regionale, l’1,6 per cento, derivano dal petrolio e sono esaustivi in merito all’economia della regione i dati Istat e le relazioni di Bankitalia. La crescita dell’attività industriale, legata al petrolio, danneggia pesantemente gli altri comparti produttivi e bisogna, inoltre, considerare che gli indici contemplati negli accordi del 1998 non sono mai stati applicati”. “La Basilicata - ha concluso il consigliere - deve poter vivere senza petrolio. In un futuro non molto lontano questa risorsa potremmo non averla più e allora diventa indispensabile un piano per la decarbonizzazione della regione, così come una visione programmatica che riguarda l’economia e lo sviluppo per gli anni a venire”. Alla fine del dibattito il consigliere Cifarelli ha presentato una risoluzione sottoscritta anche dagli altri consiglieri del centrosinistra e da quelli del Movimento cinque stelle sugli “impegni riguardo all’attuale fase di transizione energetica e a un modello di economia sostenibile, con la richiesta, tra l’altro, che l’esito delle trattative venisse sottoposto all’approvazione del Consiglio regionale”. La risoluzione è stata respinta dall’Assemblea con 7 voti favorevoli quelli di Ab, Pd e M5s, e 10 voti contrari quelli di FI, Lega, Idea, Bp e FdI. Sullo stesso argomento è stata presentata una risoluzione da parte della maggioranza che, oltre “all’impegno da parte della Giunta a coinvolgere sul tema petrolio le associazioni ambientaliste, sindacali e datoriali, prevedeva un’informativa delle intese raggiunte da presentare al Consiglio regionale”. Al momento del voto è mancato il numero legale e il presidente del Consiglio regionale Cicala ha chiuso la seduta.

 

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