Lunedì, 12 Agosto 2019 08:54

POLITICA NAZIONALE: ESTATE ROVENTE. E IN BASILICATA?

L’estate rovente della politica italiana quest’anno ci riserva una doccia fredda: la crisi di governo. Preannunciata da molti e scongiurata da altri, la crisi di governo l’ha aperta proprio uno dei due azionisti di maggioranza...

... ovvero la Lega, dopo che il governo è andato sotto al Senato per la TAV. E mentre Salvini è impegnato al suo nuovo tour, pre elettorale quindi, tra le spiagge italiane, (non ultima ieri, con la visita a Policoro) chiedendo pieni poteri agli italiani per sedere non più al viminale ma a Palazzo Chigi, gli altri partiti e rispettivi segretari sono impegnati a capire se sia utile o meno il voto subito.Il Movimento 5 stelle, come anche il Partito democratico, si dice esser pronto al voto, ma non prima del taglio dei 345 parlamentari con legge che ha bisogno dell’ultimo voto a Palazzo Madama a Settembre. Lo stesso Movimento che rivede Grillo in prima linea che annuncia di voler “Fermare i barbari”, frase curiosa dato che non pochi mesi fa lo stesso Grillo stimava l’alleato di governo. Ma a chi conviene il voto in autunno, forse già lo stesso 27 Ottobre in concomitanza con le regionali in Umbria?I dati elaborati da YouTrend dicono che la Lega continua a essere il primo partito con il 36,8 per cento dei voti, con il Partito Democratico al 21,7 per cento (in calo rispetto ai sondaggi delle settimane precedenti) e il Movimento 5 Stelle stabile al 17,6 per cento. Forza Italia è al 7,3 per cento, mentre Fratelli d’Italia segue a breve distanza ed è dato al 6,4 per cento. Tutti gli altri partiti (+Europa, i Verdi e La Sinistra) sono sotto al 3 per cento. E quali sarebbero quindi gli scenari possibili? Tenendo sempe conto che per avere la maggioranza alla Camera servono 316 seggi, per averla al Senato servono 161 seggi. Il primo scenario possibile vede la Lega alleata con Forza Italia e Fratelli d’Italia, così come era stato per le elezioni del 2018. In questa prima simulazione il centrodestra unito otterrebbe 416 seggi alla Camera e 210 al Senato: cioè una maggioranza larghissima in entrambe le Camere.Il secondo scenario vede la Lega da sola, senza i partiti al momento guidati da Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. In questo caso – sempre tenendo conto del fatto che la presenza di collegi uninominali previsti dal Rosatellum rende difficili le previsioni – il 36,8 per cento della Lega si tradurrebbe in 283 seggi alla Camera e 143 seggi al Senato: in entrambi i casi, troppo poco perché il partito governi da solo. Il terzo scenario è una via di mezzo, perché si immagina che con la Lega ci sia Fratelli d’Italia e non Forza Italia. Maggioranza si, ma non al punto da raggiungere i 2/3 dei seggi. Diciamo in questo caso un governo sovranista. E le opposizioni? Il partito democratico sembra aver ricevuto la benedizione dell’ex segretario Matteo Renzi per un governo istituzionale con i 5 stelle, così da potere votare dopo la manovra di bilancio per evitare l’aumento dell’IVA. L’attuale segretario Zingaretti non è d’accordo, data la già posizione sul NO a un alleanza con il movimento grillino, proprio per tenere unito il partito. E anche con questa possibile alleanza, che vedrebbe forse anche Forza Italia all’interno già chiamata “coalizione Ursula”, perché sarebbe composta dai partiti che al Parlamento europeo hanno votato a favore della nomina di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione, bisogna tenere presente un dato: come cambierebbero gli scenari in Basilicata? 13 per ora sono i parlamentari lucani, 7 senatori e 6 deputati. L’unico certa della possibile rielezione è il senatore e sindaco di Tolve Pepe, in quota Lega. Per forza Italia, la situazione resterebbe simile con 2 parlamentari, oggi Moles e Casino. Tremerebbe qualche sedia del movimento 5 stelle che in Basilicata occupa ben 8 parlamentari, i quali, potrebbero essere dimezzati. Il Partito Democratico forse eleggerebbe 1 solo parlamentare, a fronte dei 2 oggi, uno al senato e uno alla Camera, rispettivamente Margiotta e Defilippo, al netto di possibili nuovi volti da presentare. Ma per ora sono solo ipotesi. Per ora lo spread sale, gli umori si abbassano, gli animi si scaldano e l’unico punto fermo di tutto questo caos, resta sempre il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si trova a poco più di un anno a fronteggiare una ulteriore scomoda prova istituzionale (da trmtv.it-Giulio Traietta).

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