Martedì, 11 Dicembre 2007 00:00

VIOLENZA ISTITUITO UN OSSERVATORIO

Il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato all’unanimità una legge che istituisce l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere e sui minori. L’organismo svolgerà studi e ricerche sulle problematiche connesse a questo fenomeno, per fornire un valido supporto al legislatore. Dovrà inoltre assicurare i rapporti con le strutture pubbliche cui compete l’assistenza, la prevenzione e la repressione delle violenze e dovrà curare l’analisi dei bisogni formativi degli operatori sia pubblici che privati che intervengono sul fenomeno e la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione ed informazione attraverso seminari, pubblicazioni e convegni.
VIOLENZA DI GENERE IL CONSIGLIO ISTITUISCE UN OSSERVATORIO
 
Il Consiglio regionale della Basilicata ha approvato all’unanimità una legge che istituisce l’Osservatorio regionale sulla violenza di genere e sui minori. L’organismo svolgerà studi e ricerche sulle problematiche connesse a questo fenomeno, per fornire un valido supporto al legislatore. Dovrà inoltre assicurare i rapporti con le strutture pubbliche cui compete l’assistenza, la prevenzione e la repressione delle violenze e dovrà curare l’analisi dei bisogni formativi degli operatori sia pubblici che privati che intervengono sul fenomeno e la realizzazione di iniziative di sensibilizzazione ed informazione attraverso seminari, pubblicazioni e convegni. Soddisfazione per l’approvazione di questa legge viene espressa dalla presidente del Consiglio regionale, Maria Antezza (Uniti nell’Ulivo), prima firmataria della pdl insieme ai consiglieri Rosa Mastrosimone (Udeur), Franco Mattia (Forza Italia, che ha illustrato in aula il provvedimento), Antonio Flovilla (Idc) e Giacomo Nardiello (Pdci). “Finalmente potremo dotare la Regione di un organismo che svolga una costante attività di monitoraggio e studio, al fine di prevenire e contrastare il fenomeno della violenza di genere e sui minori sull’intero territorio regionale e di valutare e suggerire interventi sempre più adeguati, efficaci ed incisivi”, afferma Antezza, che ricorda “i dati preoccupanti emersi nel global forum delle statistiche di genere aperto ieri dall’Istat”, in base ai quali in Italia 6 milioni 743 mila donne dai 16 ai 70 anni hanno subito violenze, di cui un milione e 150 mila nel 2006. In Europa inoltre, le violenze domestiche rappresentano la prima causa di morte tra i 16 e i 44 anni, ancora prima di cancro, guerre e incidenti. E le statistiche dicono che sono in aumento le persone denunciate per reati contro i minori, i quali nella maggior parte dei casi conoscono i loro aggressori. Anche in questo caso gran parte delle violenze subite avviene cioè in un contesto familiare. “Questi dati – afferma ancora Antezza - dimostrano come la violenza fisica, sessuale e psicologica subita dalle donne e, purtroppo, molto spesso, dai minori di entrambi i sessi, rappresenta il simbolo più brutale dell’ineguaglianza esistente nella società perché si tratta di una violenza che si rivolge contro le donne ed soggetti più deboli per il fatto stesso d’essere tali, per essere considerati dai loro aggressori carenti dei diritti minimi di libertà, rispetto e capacità decisionale. Ed è da qui che bisogna partire per ridare forza a principi irrinunciabili quali la conquista dell’uguaglianza, il rispetto della dignità umana e della libertà della persona”. Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Vincenzo Mollica (Verdi), Gennaro Straziuso (Uniti nell’Ulivo), Emilia Simonetti (Prc) e l’assessore alla sanità Antonio Potenza (Udeur).
 
Letto 432 volte