Venerdì, 03 Maggio 2019 03:20

LE FRAGOLE? NON LE RACCOGLIE NESSUNO

Numerosi produttori di fragole del Metapontino stanno abbandonando il prodotto nei campi per la scarsa remunerazione e soprattutto per la mancanza di personale necessario alla raccolta.

Il grido d’allarme parte dalla Cia-Agricoltori di Matera-Metapontino secondo cui la campagna 2019, giunta al 60 per cento della raccolta, si caratterizza tra le più negative degli ultimi anni. Giuseppe Stasi, presidente della Cia-Agricoltori di Matera – che annuncia la convocazione urgente del GIE (Gruppo Interesse Economico) nazionale comparto ortofrutta per il punto della difficile situazione – sottolinea la drammaticità perché numerosi fragoleti sono già abbandonati facendo marcire il prodotto. Fa i conti in tasca ai produttori del Metapontino: per un ettaro di fragole bisogna investire tra i 60 e i 65 mila euro; solo per trasporto ed imballaggio il costo è di 70-80 cent al kg; la manodopera oltre alle tariffe provinciali dei lavoratori agricoli da noi incide per altri 10 euro a lavoratore. Se, dunque, si producono meno di 400 quintali ad ettaro e si vendono persino sotto i 2 euro al kg -sottolinea Stasi- per molti produttori la scelta di far marcire il prodotto in azienda diventa una scelta purtroppo obbligata. Il rischio -per la Cia – è pesante perché la fragola è un “brand” sempre più affermato per il “made in Basilicata”. A confermarlo sono le cifre. Con 60 milioni di piantine vendute (pari a circa 1.000 ettari e una produzione stimata di 20-25.000 tonnellate), la Candonga è la prima varietà utilizzata dai produttori di fragola del Sud Italia e nella piana di Metaponto viene impiegata nell’80 per cento degli impianti su una superficie di 600 ettari, per 60-70 milioni di euro di fatturato. E’ l’Ismea che certifica che nei giorni scorsi (dopo le festività pasquali) i prezzi delle fragole sui mercati del Metapontino hanno toccato 1,25 euro/kg per il prodotto comune e 1,90 euro/kg per la Candonga mentre si risente fortemente dell’inadeguatezza di offerta di manodopera stagionale, da queste parti in particolare formata da lavoratori extraregionali ed extracomunitari. Se a questo si aggiunge il solito fenomeno della concorrenza spietata dal Nord Africa con fragole vendute all’ingrosso sui mercati italiani ad un quarto del prezzo della Candonga del Metapontino e mercati invasi di fragole della Spagna “taroccate” e spacciate per fragole del Metapontino, si rischia il “colpo di grazia” alla nostra produzione della fragola. Stasi insiste sui costi: al calo di quelli spuntati sui mercati si aggiungono tributi, tasse, strumenti fiscali che insieme alla malaburocrazia ”strozzano” gli imprenditori agricoli. E’ chiaro, dunque, che per poter recuperare competitività e garantire reddito ai produttori, bisogna puntare all’aggregazione. La costituzione di Organizzazioni di produttori, in grado di aggregare il prodotto, pianificare strategie competitive e sviluppare efficaci relazioni interprofessionali, resta – afferma Stasi – l’aspetto prioritario e il principale impegno politico e professionale della Cia, proprio con l’obiettivo di sostenere gli agricoltori nell’aggregazione dell’offerta, consentire una maggiore competitività sul mercato e favorire tutte le relazioni di filiera. La Cia è impegnata a sostenere i produttori del Metapontino coinvolgendo le strutture nazionali tra cui il GIE ortofrutta.

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