A sostenerlo, dopo approfondimenti, è il consigliere del Gruppo Misto in quota Mdp – Liberi e Uguali, Giannino Romaniello, promotore di un emendamento alla tanto discussa legge in materia. Secondo l’esponente di sinistra, la volontà dell’assemblea era quella di “prevedere esclusivamente la soppressione, con metodi eutanasici, di cani, gatti e altri animali da compagnia o d’affezione solo se gravemente malati e incurabili, al fine di evitare inutili sofferenze, non certo degli animali smarriti e non reclamatati.” A stabilirlo è l’articolo 6 comma “e” della legge, nella trascrizione però erroneamente collegato al comma 1 dell’articolo 19 piuttosto che al 22: l’uno prevede che “il responsabile degli animali da compagnia o d’affezione è tenuto a denunciare lo smarrimento o la sottrazione entro cinque giorni, al Servizio veterinario ufficiale e alle forze dell’ordine”, l’altro invece con riferimento alla soppressione dei ricoverati nelle strutture solo se gravemente malati e incurabili. Uno scambio che ha modificato il senso della legge ed in poco tempo scatenato le proteste delle associazioni animaliste, in primis della LAV, oltre ad aver portato all’impugnazione del governo, perché in contrasto con le norme in materia di salute e violazione sui principi costituzionali. “L’emendamento – ha dichiarato Romaniello – punterà così a sanare del tutto la vicenda per alleviare le pene degli animali in fin di vita e non certo per abbattere quelli non reclamati.”