Martedì, 29 Maggio 2018 09:03

IL RAPPORTO SULL’ECONOMIA LUCANA NEL 2017 E LE PROSPETTIVE PER IL SUD

“Giovani, donne, precari, inattivi, spopolamento, export. Queste le aree di crisi della Basilicata, che nel 2017 fanno registrare dati sconfortanti e, soprattutto, in controtendenza rispetto alle medie nazionali e ai dati, in lieve ripresa, delle altre regioni del Mezzogiorno”. Ires CGIL Basilicata sintetizza così i contenuti del dossier presentato a Potenza e intitolato...

...“Mezzogiorno sul filo. L’economia lucana nel 2017 e le prospettive per il sud”. I numeri sulle sofferenze dell’economia lucana del resto sono quelli già contenuti nelle raccolte dell’Istituto di Statistica Nazionale (quelli del rapporto sulla situazione del Paese), sviluppati nel corso della iniziativa potentina dal presidente dell’Ires, Giovanni Casaletto che ha introdotto i lavori alla presenza di studiosi e rappresentanti delle istituzioni e della società lucana. All’iniziativa hanno preso parte infatti Eleonora Pierucci docente di Economia politica all’Università degli studi di Basilicata, il presidente della Camera di Commercio del capoluogo Michele Somma, Simona Loperte dell’Ufficio Pastorale Sociale del Lavoro dell’Arcidiocesi di Potenza, Giuseppe Provenzano vice direttore Svimez, Angelo summa segretario generale Cgil Basilicata e Riccardo Sanna responsabile dipartimento nazionale di Economia Cgil. Per quanto riguarda l’export si registra una flessione dopo i positivi risultati che avevano caratterizzato il biennio precedente. “Calo” è stato osservato “in gran parte ascrivibile al settore dei mezzi di trasporto”. Sul fronte del mercato del lavoro l’occupazione – in crescita dalla seconda metà del 2014 e nel biennio 2015-16 – ha subito una significativa flessione, nel contempo si è sensibilmente accresciuto il ricorso alla Cassa integrazione guadagni. “La caduta dell’occupazione osservata nel 2017” sottolinea il rapporto Ires “ha coinciso, con un’ulteriore flessione delle persone in cerca di occupazione”. In Basilicata il calo dell’occupazione – in controtendenza con il dato medio del mezzogiorno – è in larga parte ascrivibile alla componente femminile (-4,6%), anche l’occupazione giovanile (15-34 anni) torna a calare (-7,2%) mentre nel resto del mezzogiorno è stabile. Su questo segmento (Neet) è stato osservato che occorrerebbero interventi più incisivi rispetto al passato, dal momento che i calcoli dicono che circa un giovane lucano su tre risulta non impegnato nello studio, né nel lavoro né nella formazione. “Un’altra notazione strutturale di rilievo” sottolinea infine Ires Cgil “riguarda l’evoluzione demografica”: la popolazione regionale, secondo le previsioni si attesterebbe intorno ai 485 mila abitanti nel 2045 per scendere sotto i 400mila nel 2065 (da trmtv.it-Donato Mola).

 

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