Sabato, 31 Marzo 2018 07:22

IL PRESIDENTE MOLLICA SUL CASO "VIDEO" E SUL CONSIGLIERE SOSPESO

Aprendo i lavori del Consiglio regionale della Basilicata svoltosi ieri, il presidente, Francesco Mollica, ha letto la seguente comunicazione: “Cari colleghi, prima di dare inizio ai lavori del Consiglio, sento il dovere di soffermarmi su una notizia che è circolata nei giorni scorsi sulla stampa, sui social, sul web...

di cui anche voi sicuramente avete contezza e, relativa ad una presunta indagine in corso nei miei confronti da parte della squadra mobile di Potenza, circa le operazioni di voto di una seduta di questa Assemblea. Non vi nascondo il mio stupore e, nel contempo, rammarico per la diffusione mediatica dei fatti, tutti ancora da accertare, per la strumentalizzazione degli stessi derivante da una non corretta comunicazione a mio danno, sicuramente finalizzata ad altri scopi che il tempo chiarirà e riporterà in equilibrio. Ripercorrendo la vicenda in questione, vi ricordo che nella seduta del 13 dicembre 2017 si procedeva alle votazioni per il rinnovo dell’Ufficio di Presidenza ed in primis per la carica di Presidente del Consiglio su esplicita richiesta, votata, di anticipazione del punto all’ordine del giorno. Dopo la prima votazione, per la cui validità è necessario il quorum dei due terzi dei componenti l’Assemblea, dove nessun consigliere aveva ottenuto i 14 voti necessari per essere eletto, si procedeva ad altre due consultazioni, come previsto dal regolamento, consultazioni che successivamente sono state dichiarate nulle per mancanza del numero legale, eccepito da un consigliere che chiedeva di verificare il regolamento. Entrando nel merito del fatto contestato, durante la terza votazione, abbastanza confusa e concitata, si verificava che, nel mentre ogni consigliere irritualmente non depositava nell’urna la propria scheda elettorale direttamente , ma la passava ad altri colleghi, il consigliere Vincenzo Robortella, che fungeva da segretario per l’assenza dei consiglieri segretari titolari Achille Spada e Gianni Rosa, si avvaleva del sottoscritto che, involontariamente e meccanicamente, passava al consigliere Napoli, componente del seggio, la sua scheda anziché quella del consigliere Robortella. Anche se, si ribadisce, la votazione è stata annullata per mancanza del numero legale, l’azione da me compiuta, sottolineo ancora una volta, del tutto involontaria e per mera distrazione, ha sollevato, a quanto pare e a distanza di tempo, polemiche definibili palesemente di natura puramente strumentale e messe in atto per fini che a voi lascio immaginare ed interpretare.Voi, onorevoli colleghi e soprattutto voi componenti del seggio, ricorderete il clima, che con un eufemismo definirei ‘rilassato’, nel quale la terza votazione si è svolta, con procedure non proprio rituali e che hanno contribuito a distogliere la concentrazione e l’attenzione. Sicuramente se i colleghi preposti a svolgere le funzioni di componenti del seggio avessero, come da regolamento, sovrainteso alle operazioni di voto, controllando ed esigendo il rispetto delle procedure, nulla di quanto rilevato sarebbe accaduto perché ogni consigliere avrebbe depositato nell’urna solo ed esclusivamente la propria scheda elettorale. Questo non sta a significare che sono alla ricerca di un altro capro espiatorio, oltre al sottoscritto, ma cerco semplicemente di spiegare che il clima che ha caratterizzato la votazione derivava dalla consapevolezza dell’inutilità della stessa, in quanto palese a tutti la mancanza del numero legale, subito eccepita formalmente come da verbale. Un gesto il mio, quello attenzionato (? ndr), di cui dunque ho preso coscienza soltanto rivedendo il video pubblicato dal ‘Mattino di Foggia’, tanto è stato meccanico ed involontario che non ne conservavo, assolutamente, ricordo.Tanta amarezza la mia per un gesto così ingenuo che non si può ritenere fatto con consapevolezza, sia perché ripreso dalla diretta televisiva, sia perché inutile al fine del risultato della votazione, ma che mi meraviglio abbia scatenato reazioni spropositate di componenti questo Consiglio che sono necessariamente in coscienza testimoni, perché presenti, del reale svolgimento dei fatti. Mi si può dire che sono una persona irruenta, passionale, impulsiva ma scorretta mai e, consentitemi, tantomeno stupida, tanto da porre in essere un’azione che a nulla sarebbe servita. Anche in considerazione del dato oggettivo, che i risultati delle precedenti vitazioni rendevano scontato anche quello della terza votazione, e cioè che anche in quella seduta consiliare non sarebbe stato eletto il Presidente. Mi rifiuto di constatare che la politica possa significare anche il farsi condizionare nelle scelte da episodi che nessuna rilevanza hanno né da un punto di vista penale, né etico, né tantomeno dell’agire istituzionale. In conclusione, nonostante abbia tranquillità di coscienza ed operato, per il rispetto della carica istituzionale che rivesto, di voi colleghi consiglieri e della Giunta, rimetto a questa Assemblea, escludendo quanti hanno già sentenziato, ogni valutazione sull’accaduto, sperando che lo stesso venga ridimensionato e riportato nel giusto contesto”.
A seguito delle notizie pubblicate da alcuni media locali, dove si ipotizza la sostituzione del consigliere regionale Paolo Castelluccio a seguito di un provvedimento restrittivo emesso dall’autorità giudiziaria nei suoi confronti, il presidente del Consiglio regionale, Francesco Mollica, ha poi precisato che: “Le notizie pubblicate dalla stampa, che ipotizzano la sostituzione del Consigliere Castelluccio, sono destituite di fondamento. Il Consiglio regionale è tenuto ad applicare l’art.8 comma 3, del D. Lgs. 31 dicembre 2012, n. 235 (la cosiddetta ‘legge Severino’), a norma del quale ‘i soggetti sospesi, fatte salve le diverse specifiche discipline regionali, non sono computati al fine della verifica del numero legale, né per la determinazione di qualsivoglia quorum o maggioranza qualificata’. D’altro canto la norma che prevede la temporanea sostituzione del consigliere sospeso, art. 16 bis della legge 17 febbraio 1968, n. 108, è antecedente rispetto alla legge Severino ed il Consiglio regionale, in un analogo caso di sospensione di un consigliere regionale, ha applicato la norma più recente che sembra escludere la necessità della surroga del consigliere.

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