Da Avigliano alla National Gallery di Londra, passando per Italia’s Got Talent, non erano mai approdate a Matera, le maestranze aviglianesi, che da vent’anni portano avanti un modo di fare arte che affonda le sue radici agli inizi del Novecento. Trattasi di rappresentazioni dal vivo di opere della tradizione pittorica italiana che coniugano la tradizione con la sensibilità e la tenacia di costruire bellezza, a testimonianza del valore prezioso che la cultura assume quando attraversa la gente e da essa viene trasfigurata. Il risultato è una cultura partecipata che fa da detonatore imprevisto e coinvolge un’intera comunità, rendendosi chiave autentica di costruzione di armonia e pace, proprio come sancito dall’atto costitutivo dell’Unesco. I quadri plastici mettendo insieme creatività, abilità artigiana e amore per la cultura ci ricordano che “la Basilicata è una terra che va conosciuta con i cinque sensi” e che l’occasione di promozione territoriale che offrono è irripetibile. E’ questa la sfida da portare avanti quando parliamo di beni artistici: dalla consapevolezza di aver avuto in dono capolavori assoluti, questi andrebbero capiti, amati e perché no? Rappresentati. Senza perdere il legame con la tradizione, bensì veicolare messaggi che possano cambiare il mondo, se possibile migliorarlo. Come accadeva ad Atene o a Firenze nel Rinascimento, quando l'arte coincideva con la società civile. Era pensiero comune.
Veronica Mestice