Mercoledì, 22 Marzo 2017 23:51

COMPAGNI...IL PIANTO LUCANO...

Anche Alfredo Reichlin ci ha lasciato. A novantuno anni, uno dei più attivi e pungenti dirigenti del vecchio Partito comunista italiano ha raggiunto la Terra delle Ombre. Reichlin era stato un quadro nazionale della "falce e martello", un classico esempio gramsciano di intellettuale organico ma di antica famiglia barlettana, un pugliese cittadino del mondo.

Aveva diretto con attenzione e determinazione il giornale di partito, "L'Unità" e aveva saputo far crescere una generazione di giornalisti del livello di Antonio Padellaro. Negli anni Settanta aveva avuto la responsabilità di tenere le fila del Pci in Basilicata. Chi ha un'età che oscilla tra i sessanta e i settanta anni lo ricorderà in molte assemblee di partito, comizi e congressi provinciali e regionali. In uno di questi momenti di chiamata a raccolta del popolo del Pci, proprio a Matera, il dibattito congressuale si stava avviluppando mestamente intorno alle doglianze. La crisi, la disoccupazione, l'emigrazione, la situazione delle campagne, quella delle donne e dei giovani, il prepotere democristiano. Dopo un'ora circa di lamentazioni Reichlin, con fare altero e con passo deciso andò al podio con i  suoi appunti, regolò il microfono alla sua non indifferente altezza, posizionò gli occhiali da lettura verso la punta del naso e disse subito: "Compagni...il pianto lucano... che palle!" Lo vogliamo ricordare così, con quel suo rifiuto dell'autocommiserazione e la forza di guardare avanti senza piangersi addosso.

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