Giovedì, 29 Novembre 2007 00:00

DI MAGGIO: IL COMUNE NEL CDA ASI

Il Comune di Matera non ha è rappresentato nel Consiglio di amministrazione del Consorzio di sviluppo industriale. Lo ha rimarcato l’assessore comunale alle Attività produttive, Tito Di Maggio, in una lettera invita al presidente del Consorzio Asi di Matera, Angelo Minieri. “Di Maggio, nel ricordare – si legge in un comunicato dell’ufficio stampa del Comune di Matera - la recente battaglia intrapresa da Minieri nei confronti della Regione Basilicata e che ha portato esiti positivi con la sentenza del Tribunale amministrativo regionale, esprime stupore nell’apprendere che la nomina dei nuovi consiglieri di amministrazione avvenga attraverso “l’arcaico e poco democratico strumento della cooptazione”.

 

DI MAGGIO: IL COMUNE NEL CDA ASI

L’assessore aomunale alle Attività produttive Tito Di Maggio ha scritto una lettera al presidente del Consorzio di sviluppo Industriale Asi della provincia di Matera Angelo Minieri, nella quale esprime le sue perplessità sul fatto che il Comune non abbia un rappresentante in seno al Consiglio di amministrazione dell’ente presieduto dallo stesso Minieri. Di Maggio, nel ricordare la recente battaglia intrapresa da Minieri nei confronti della Regione Basilicata e che ha portato esiti positivi con la sentenza del Tribunale amministrativo regionale, (“sentenza della quale ricordo con molto piacere i passaggi che sottolineavano come le ragioni politiche e l’arbitrio non possano mai superare né le regole né tantomeno le leggi”), esprime stupore nell’apprendere che la nomina dei nuovi consiglieri di amministrazione avvenga attraverso “l’arcaico e poco democratico strumento della cooptazione”. “Che ne è – chiede l’Assessore a Minieri – della lezione, dell’insegnamento di quella sentenza che così strenuamente hai inseguito”? Di Maggio auspica pertanto che il Comune di Matera, che nel suo territorio ha le più importanti aree industriali amministrate dall’Asi, possa avere un rappresentante nel Consiglio di amministrazione. “Sarebbe bello – conclude – se le esperienze vissute non fossero abbandonate con tanta disinvoltura”.

 
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