Giovedì, 08 Gennaio 2009 00:00

STOCCAGGIO DI GAS IN BASILICATA? DI GILIO E BELISARIO NE PARLANO

“Non vorremmo che la guerra del gas tra Russia e Ucraina coinvolgesse anche la Basilicata sia perché come ricorda il Ministro Scajola citando la Basilicata e l’Adriatico, "sotto il nostro territorio c'é un valore inestimabile, si parla di 100 miliardi di euro di energia che abbiamo nel territorio italiano e dei siti di stoccaggio del gas acquisiti in Valbasento da una società russa”. A sostenerlo è il sen. Egidio Digilio (Pdl). "Le dichiarazioni del ministro Scajola sugli approvvigionamenti di gas naturale aumentano le perplessità che già avevo sulla centrale di stoccaggio in Val Basento". E’ quanto afferma in una nota il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario.

STOCCAGGIO DI GAS IN BASILICATA? DI GILIO E BELISARIO NE PARLANO

“Non vorremmo che la guerra del gas tra Russia e Ucraina coinvolgesse anche la Basilicata sia perché come ricorda il Ministro Scajola citando la Basilicata e l’Adriatico, "sotto il nostro territorio c'é un valore inestimabile, si parla di 100 miliardi di euro di energia che abbiamo nel territorio italiano che non andiamo a prendere" che per la vicenda (tutta da definire) dei siti di stoccaggio del gas acquisiti in Valbasento da una società russa”. A sostenerlo è il sen. Egidio Digilio (Pdl) che nel mese di luglio scorso ha presentato sulla questione un’interrogazione al Ministro Scajola e – riferisce – di essere ancora in attesa di risposta. “Quella dei siti di stoccaggio – aggiunge – è una partita fondamentale nello scacchiere internazionale del gas tenuto conto del massiccio ricorso agli stoccaggi di gas in Italia in seguito alla crisi fra Ucraina e Russia che ha comportato il blocco dell'import verso l'Italia. Per tutte queste ragioni è necessario – dice Digilio – che il Governo Italiano acquisisca i progetti industriali di Viktor Vekselberg, proprietario della TNK, una delle maggiori compagnie petrolifere russe, che ha comprato miniere esauste in Basilicata (nell’area della Valbasento) per trasformarle in depositi di stoccaggio gas sino ad un miliardo e mezzo di metri cubi di gas”. Inoltre il senatore lucano del Pdl ha chiesto di conoscere dal Ministro Scajola “i rapporti tra Eni e la compagnia petrolifera russa Tnk e quella elettrica Tgk tenuto conto che l’Eni sarà l’unica società straniera a vendere gas nel mercato interno russo. Il contratto firmato il 1 luglio 2008 prevede la fornitura di 350 milioni di metri cubi di gas alla centrale termoelettrica di Perm, da effettuare con la controllata russa di Eni, Eni Energia”.

 

"Le dichiarazioni del ministro Scajola sugli approvvigionamenti di gas naturale aumentano le perplessità che già avevo sulla centrale di stoccaggio in Val Basento". E’ quanto afferma in una nota il presidente del Gruppo Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario che aggiunge: “mi sono sempre chiesto (facendone oggetto anche di un'interrogazione parlamentare) quali siano stati i criteri seguiti dal Ministero dell'Ambiente nel rilasciare parere favorevole per la trasformazione di alcuni pozzi dismessi situati nella località lucana”. Secondo Belisario “la Commissione valutazione impatto ambientale del Ministero dell'Ambiente, oltre a non aver consultato i sindaci del territorio interessato (che non sarebbero stati neppure informati del progetto integrale), non avrebbe nemmeno preso in considerazione gli impatti sul territorio, malgrado l'impianto di stoccaggio sia previsto al di fuori dell'area industriale della Val Basento in quanto in essa, secondo la società proponente, la Geogastock di Parma, sarebbero tuttora in corso lavori di bonifica. La centrale di compressione e trattamento - sottolinea Belisario - dovrebbe sorgere a ridosso di una centrale di distribuzione elettrica limitrofa alla centrale gas Ferrandina dell'Eni e vicino a dove dovrebbe sorgere una centrale termoelettrica alimentata a gas. La Commissione si è preoccupata di conoscere cosa accadrà con una simile concentrazione di fonti inquinanti in un territorio relativamente ristretto? Dell'impatto sulle componenti floro-faunistiche della zona, interessata peraltro da progetti di riqualificazione forestale?. Il ministro – prosegue - dovrebbe sospendere l'iter autorizzativo per verificare la corrispondenza del progetto in questione alle norme nazionali e comunitarie. Soprattutto dovrebbe indicare quali sono le ulteriori soluzioni che intende assumere a salvaguardia dell'ambiente, della salute pubblica e del territorio di una regione come la Basilicata che, pur mantenendo una forte vocazione agricola e turistica, viene trattata alla stregua di uno snodo energetico e di produzione di idrocarburi a livello nazionale e comunitario, con rischi gravissimi per l'ambiente e la salute dei cittadini. La Basilicata – conclude - non diventerà mai la pattumiera d'Europa!".

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