Domenica, 30 Novembre 2008 00:00

MATERA I PICCOLI COMUNI E IL MEZZOGIORNO

cinque anni dall'approvazione del Manifesto di Matera “Il governo del territorio e dell'economia per lo sviluppo rurale e la crescita dei piccoli comuni”la Regione Basilicata e il Cnel hanno organizzato, nella giornata di ieri, sul tema “Lo sviluppo del territorio meridionale nella competizione globale. Distretti, infrastrutture e ruolo delle città e dei piccoli comuni”.Ad aprire i lavori, nella sala de “Le Monacelle”, a Matera, il presidente della Provincia di Matera, Carmine Nigro, e Antonio Di Sanza, segretario dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale che ha portato i saluti del presidente del Consiglio regionale, Prospero De Franchi. La relazione introduttiva è stata proposta da Raffaele Vanni, presidente della IV commissione del Cnel.

MATERA I PICCOLI COMUNI E IL MEZZOGIORNO

A cinque anni dall'approvazione del Manifesto di Matera “Il governo del territorio e dell'economia per lo sviluppo rurale e la crescita dei piccoli comuni”la Regione Basilicata e il Cnel hanno organizzato, nella giornata di ieri, sul tema “Lo sviluppo del territorio meridionale nella competizione globale. Distretti, infrastrutture e ruolo delle città e dei piccoli comuni”.Ad aprire i lavori, nella sala de “Le Monacelle”, a Matera, il presidente della Provincia di Matera, Carmine Nigro, e Antonio Di Sanza, segretario dell'Ufficio di presidenza del Consiglio regionale che ha portato i saluti del presidente del Consiglio regionale, Prospero De Franchi. La relazione introduttiva è stata proposta da Raffaele Vanni, presidente della IV commissione del Cnel. Vanni ha reso noto che due giorni fa il Cnel ha insediato la Consulta per il Mezzogiorno che avrà il compito di monitorare le politiche per il Sud e formulare osservazioni e proposte. “Questo organismo – ha aggiunto Vanni – testimonia la preoccupazione del Cnel sulle ripercussioni che la crisi globale del sistema finanziario potrà trasmettere sull'economia reale e quindi sulla occupazione e sulla domanda di consumo delle famiglie. Il Mezzogiorno rischia di pagare il prezzo più alto. Basti pensare che la spesa pubblica per lo sviluppo del Mezzogiorno che auspicavamo potesse raggiungere il 40 percento è rimasta bloccata nel 2007 al 35 percento e oggi viene calcolata al 32 percento”. Vanni si è poi soffermato su un'indagine di Mediobanca secondo cui al Sud mancano 75 mila imprese per essere in linea con il resto d'Italia. Inoltre “il 50 percento delle medie imprese del Sud è controllato da una società del Nord o del Centro Italia e il rimanente 15 percento da filiali di aziende estere. Inoltre, la Svimez calcola dal 2000 al 2007 un divario di crescita tra il Sud e il resto d'Italia di mezzo punto all'anno. Dati che mettono il Mezzogiorno in una condizione difficile alla vigilia di una forte crisi internazionale. Occorre pertanto dare una risposta a due interrogativi: come operare per il sostegno dei redditi delle fasce più deboli, e dei lavoratori precari e come consentire una programmazione per lo sviluppo del Mezzogiorno con una politica regionale e di territorio. Non dimenticando mai che le politiche di territorio sono state il vero punto di forza del Nord e del Centro Italia”. Vanni ha concluso sostenendo che “solo una governance di territorio capace di organizzare gli investimenti immateriali sulla conoscenza, la realizzazione delle strutture strategiche di trasporto e lo sfruttamento della risorsa turismo-cultura, produzione anche di nicchia proprie dei piccoli comuni e delle loro comunità locali, può sovvertire il sottosviluppo proprio delle zone interne come dei piccoli comuni italiani e della Basilicata”. Molti gli interventi, tra gli altri quello di Roberto Cifarelli, Consigliere nazionale di Federparchi, che si è soffermato sulle opportunità offerte dall'ambiente per lo sviluppo dei territori, con particolare riferimento alle realtà di piccole dimensioni, Vito Cilla, direttore del distretto sanitario di Matera, che ha spiegato le relazioni fra la qualità dell'ambiente, le azioni della politica e il benessere dei cittadini, e Rosanna Papapietro, dell'Ufficio scolastico regionale. Le relazioni tecniche sono state proposte da Maurizio Tenenbaum, esperto del Cnel, che ha parlato sul tema “Tra crisi economica e nuove opportunità di sviluppo”, e da Alessandro Pacciani, del Dipartimento economia agraria dell'Università di Firenze, che si è soffermato su “Lo sviluppo rurale: da Cork a Cipro”. Nell'ambito del convegno, a cui hanno partecipato rappresentanti delle autonomie locali delle associazioni di categoria e delle organizzazioni sindacali, si sono infine individuati alcuni interventi ed azioni indirizzati specificamente a sostenere le regioni meridionali.  In particolare è emerso che appare necessario: a. mantenere la ripartizione regionale prevista per le politiche di sviluppo regionali sia per l'obiettivo convergenza che per quello della competitività, anche relativamente alle risorse FAS che appaiono oggi più a rischio di riallocazione sia settoriale che geografica; b. anticipare, in accordo con la Commissione Europea, la ripartizione annuale delle risorse disponibili nei sette anni di programmazione rimodulando il profilo temporale delle stesse e semplificando le procedure di rendicontazione, aumentando così la quota degli investimenti attivabili nel corso del 2009 e 2010, anni questi per i quali è prevista la maggiore contrazione della domanda aggregata (per il 2009 si potrebbe proporre di dover spendere il 40% di tutte le risorse disponibili e per il 2010 arrivare al 70%). Si tratta pertanto di puntare alla anticipazione della realizzazione di tutte quelle opere e quegli interventi il cui stato di avanzamento sia compatibile con un'anticipazione dei tempi di realizzazione; c. utilizzare, in accordo con la Commissione Europea, gli accantonamenti e le riserve di programmazione sia per la reintroduzione di meccanismi premianti, che per le nuove iniziative indirizzate a finanziare la priorità 7 "sistemi produttivi e occupazione" che appare cruciale nel nuovo contesto recessivo. In tal modo sarà possibile accompagnare le piccole e medie imprese manifatturiere del Mezzogiorno ad inserirsi nelle nuove reti di impresa. Nel corso del convegno è intervenuto Angelo Nardozza, direttore generale del Dipartimento presidenza della Giunta della Regione Basilicata. "Questo incontro - ha detto Nardozza - arriva in un momento in cui è particolarmente attuale la riflessione sulle strategie per lo sviluppo economico delle aree dell'Obiettivo Convergenza e sulle relazioni fra Stato e Regioni in materia di gestione dei
fondi Fas". "La situazione delle regioni meridionali è, certamente, a macchia di leopardo. Ma le incertezze che rivengono dal Governo centrale rischiano di complicare la programmazione delle risorse per il Mezzogiorno". Nardozza, in particolare, si è soffermato sulle prospettive dei Fondi Fas. "E' vero che sono bloccati impedendoci di ultimare il documento unico di programmazione regionale, che è già pronto. Ma nel frattempo, qualunque impegno di spesa preso dal Governo da giugno a oggi è a carico dei fondi Fas". Nardozza, infine, ha reso noto che "la finanziaria regionale è stata approvata dalla Giunta regionale ed è stata già inviata al Consiglio regionale per il definitivo via libera che dovrebbe arrivare entro il 20 dicembre. In questo provvedimento il governo regionale ha previsto anche misure anticicliche. Sarà un bilancio particolarmente significativo perchè vi sono attestate, inoltre, le risorse del nuovo periodo di programmazione relativamente al 2007-2009 per un importo complessivo di oltre 500 milioni di euro. Per quel che riguarda il Por 2000 - 2006 stiamo finendo di spendere la premialità che abbiamo ricevuto per la nostra capacità di spesa". Il convegno si è chiuso con una tavola rotonda, coordinata dal direttore generale del Consiglio regionale Gerardo Calvello. "Sempre nuovi elementi di cambiamento caratterizzano gli scenari dell'economia mondiale e nell'ultimo periodo stanno trasformando in modo negativo il contesto nel quale agiscono anche le politiche di sviluppo del Mezzogiorno. Vista da questa complicata prospettiva la programmazione europea 2007-2013 dovrà avere buoni effetti di ricaduta territoriale ed una positiva incidenza sull’economia reale, rafforzando ulteriormente i sistemi di competitività, di offerta economica, d’identità culturale e di presentazione turistica della Basilicata”. Lo ha detto il presidente della Regione, Vito De Filippo, a margine del convegno sul tema "Lo sviluppo del territorio meridionale nella competizione globale. Distretti, infrastrutture e ruolo delle città e dei piccoli comuni" al quale non ha potuto partecipare per sopraggiunti impegni. Secondo De Filippo “il processo di centralizzazione assunto dal governo Berlusconi sui fondi Fas è inaccettabile perché priva il Mezzogiorno di risorse importanti al suo rilancio e riapre situazioni di ingestibile conflittualità istituzionale fra Stato e Regioni".  De Filippo, poi, si è soffermato sulle recenti riforme istituzionali. "In questo scenario di competizione su scala globale si richiede infatti necessariamente il raggiungimento di una massa critica per ottenere servizi di livello paragonabile a quello delle altre aree del Paese. Con la legge n.11 del 2008, partendo dall'esperienza dei Programmi Territoriali Integrati, si è deciso di affrontare in modo netto il tema dell'autonomia locale sopprimendo le 14 Comunità Montane e prevedendo l'istituzione delle Comunità Locali. Il risultato finale cui si punta è, dunque, un rafforzamento della politica locale, mediante un rafforzamento politico, istituzionale, finanziario e professionale dei rispettivi territori. A questo provvedimento si somma anche la legge n. 12 del 2008 che norma il riassetto organizzativo e territoriale del Servizio Sanitario Regionale e prevede due sole Aziende Sanitarie Locali con dimensioni corrispondenti ai rispettivi territori provinciali oltre all'Azienda Ospedaliera regionale San Carlo e all'IRCCS Ospedale Oncologico di Rionero in Vulture. Facendo leva su questo nuovo assetto sarà poi necessario lavorare nel periodo di programmazione 2007-2013 per rafforzare quella che oggi si chiama l"'identità competitiva" del nostro territorio se si intende avere davvero una opportunità di sviluppo nelle dinamiche della globalizzazione".

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