Mercoledì, 10 Settembre 2008 00:00

CIFARELLI E VESPE SULLA CAVA DEL SOLE

Il presidente dell'Ente Parco della Murgia Materana, Roberto Cifarelli, all'indomani delle polemiche relative all'uso della Cava del Sole per gli spettacoli, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “E’ stato piacevole ed emozionante partecipare alcune sere fa al concerto di Nicola Piovani che inaugurava il teatro all’aperto realizzato nella Cava del Sole, nel Parco della Murgia Materana, e vedere la numerosa presenza dei materani incuriositi dall’evento. Si registra, intanto una nota di Franco Vespe che risponde alle obiezioni mosse dall’ex assessore materano (che si è guardato bene dall’inviare a questa testata il suo pensiero) Michele Morelli, principale animatore della nuova associazione mutamenti a Mezzogiorno.
CIFARELLI E VESPE SULLA CAVA DEL SOLE
Il presidente dell'Ente Parco della Murgia Materana, Roberto Cifarelli, all'indomani delle polemiche relative all'uso della Cava del Sole per gli spettacoli, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “E’ stato piacevole ed emozionante partecipare alcune sere fa al concerto di Nicola Piovani che inaugurava il teatro all’aperto realizzato nella Cava del Sole, nel Parco della Murgia Materana, e vedere la numerosa presenza dei materani incuriositi dall’evento. Non intendo in questa sede ritornare sulla necessità di realizzare urgenti opere provvisionali atte a preservare la delicatissima “cripta del Sole” in occasione degli eventi, in attesa di un suo restauro finalizzato ad una ottimale fruibilità, e sulla esigenza, allorquando il teatro all’aperto avvierà l’esercizio definitivo, di uno studio approfondito sui pericoli per l’avifauna derivanti dal possibile inquinamento acustico e luminoso. E non intendo neanche oramai inutilmente domandarmi, col senno di poi, di come sarebbe stato possibile valorizzare la cava in altro modo rispetto alle opere materialmente realizzate ed alla destinazione d’uso realmente oggi attribuita. In quasi vent’anni di distanza tra la progettazione ed i lunghissimi tempi di realizzazione degli interventi ci sarebbe stato tutto il tempo e lo spazio per decidere ed operare diversamente. Si potrebbe obiettare, piuttosto, che, anziché attardarsi inutilmente a sindacare su cosa si poteva fare e non è stato fatto, sarebbe stato opportuno terminare i lavori e contestualmente avere una idea chiara di come assicurare allo straordinario scenario naturale della Cava del Sole una adeguata gestione al fine di evitare di allungare il già lungo elenco di opere realizzate ed abbandonate perché ingestibili. Ritengo l’opera pubblica strategica nel quadro delle iniziative volte alla individuazione di spazi dove poter fare esprimere le realtà culturali materane ed i giovani talenti artistici per una produzione culturale autoctona. Un vero e proprio laboratorio culturale. Certo, l'acustica del luogo va migliorata, alcuni aspetti fortemente impattanti anche (il manto verde), ma l'opera in sé merita rispetto ed attenzione. Adesso bisognerà riempirla di contenuti. Non è sufficiente un contenitore, per quanto bello e prestigioso per essere da solo una attrazione. E’ necessario lavorare da subito a più mani (Comune, Parco, Apt, Regione) coinvolgendo strutture private (culturali ed imprenditoriali) per garantire continuità e contenuti alla gestione. Personalmente immagino la realizzazione di un grande spettacolo di teatro, luci, suoni da ripetersi sistematicamente a vantaggio almeno dei circa 700-1000 turisti che pernottano in città nei fine settimana per sei mesi da aprile a settembre, che abbia forti contenuti culturali di identificazione con la nostra storia ed il nostro territorio. Sarebbe un modo per allungare la loro permanenza visitando poi Matera di sera. E poi un festival permanente delle nostre produzioni culturali e concerti occasionali di grande rilievo. Il fabbricato dove oggi c'è la Seat, opportunamente ristrutturato, potrebbe diventare un albergo, ristorante, bar al servizio della cava. La “Cava del Sole” offre la possibilità di consolidare il ruolo già riconosciuto di “Matera città della Cultura” attraverso la realizzazione di eventi strutturati nel tempo tali da diventare attrattore turistico/spettacolare complementare alla fruizione dei Beni Culturali e paesaggistici dei Sassi e del Parco. Occorre puntare in alto, all'eccellenza, procedendo con pragmatismo, affermando la cultura del fare (bene), e sconfiggendo le voci (poche) che puntualmente in queste occasioni si alzano per sottolineare le cose che (forse) non vanno (che pure ci sono).” Si registra, intanto una nota di Franco Vespe che risponde alle obiezioni mosse dall’ex assessore materano (che si è guardato bene dall’inviare a questa testata il suo pensiero) Michele Morelli, principale animatore della nuova associazione mutamenti a Mezzogiorno. Caro Michele – scrive Vespe - non sono affatto d’accordo con quello che tu scrivi sulle modalità di conservare un luogo di interesse storico-culturale e ambientale: Nel nostro caso la cava del sole. Io credo che non tutti i luoghi di quel genere debbano essere destinati alla “fruizione del Bene Culturale in se” come tu dici e..la cava del Sole è uno di quelli che si deve sottrarre alla “regola” da te suggerita. Io credo anzi che la regola debba essere capovolta: prima di tutto pensare a dare una funzione ad un luogo di tale interesse…poi – se ciò non fosse possibile – pensare di farla fruire come cosa bella in se. Se il tuo ragionamento fosse applicato “tout cour” avremmo dovuto mummificare i Sassi, avremmo dovuto chiudere in una teca l’area portuale di Genova o l’area paleo-industriale di Torino. Uno dei problemi più gravi di Venezia fra l’altro è il suo spopolamento e la sua trasformazione proprio in luogo da “fruire come bene culturale in se”. Ciò comporta inevitabilmente maggiori spese ed una inevitabile maggiore incuria nelle manutenzioni e nella salvaguardia. Si continua ad ignorare che più il bene artistico-culturale e “attraversato” dal fluire della nostra vita quotidiana maggiore è la probabilità che sia preservato e più efficace sarà la sua azione culturale ed educativa sulla vita delle persone. Ovviamente ciò deve essere accompagnato da una adeguata (in)formazione culturale e da un rigoroso controllo capace di salvaguardare l’”invariante artistico e storico-culturale” di un bene. Abbiamo a riguardo l’esempio straordinario dei trulli di Alberobello e della Valle dell’Itria. Poi non vorrei involgarire la discussione – conclude Vespe - ma mi pare che destinare la cava del Sole ad eventi artistici e culturali sia una soluzione di gran lunga migliore rispetto a quella di abbandonarla a se stessa (ovvero di trasformarla in discarica!!) come fatto fino ad oggi dalle ultime amministrazioni materane (alle quali certamente chi scrive non ha partecipato!!) o, quel che è peggio, cercar di stendere su di essa un piano edilizio come cercarono di fare le amministrazioni del passato remoto.
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