Venerdì, 18 Febbraio 2011 09:44

NON DIMENTICHIAMOLO

Lo abbiamo lasciato volutamente per circa una settimana. Ci riferiamo alla riflessione della collega Mimma Maranghino in questa rubrica. In margine all’evento diciamo, muliebre, di domenica scorsa c’ è un microevento da commentare. Lunedì scorso le cancelliere del Tribunale di Matera (cancelleria commerciale) si sono recate al lavoro quotidiano, nel Palazzaccio locale, ben vestite e truccate ma, soprattutto, con vertiginosi tacchi a spillo.

 Costrette ad affrontare un impegnativo lavoro fatto, sostanzialmente, di carte da protocollare e trasportare da un ufficio all’altro, di faldoni polverosi da riesumare da fatiscenti archivi, di carpette preistoriche rosicchiate dall’umido e vilipese dal tempo, le signore della giustizia hanno deciso di concedersi quella che a Roma si chiama “una botta di vita”. Gli stupiti frequentatori delle aule di giustizia civile e penale, sia quelli abituali come i giudici e gli avvocati che quelli più o meno occasionali come gli imputati,, gli attori e i convenuti, non hanno trovato dimesse signore infagottate in vestiti comodi e scarpe quasi da jogging, ma belle e provocanti dame. Il risultato c’è stato, anche se compromesso da qualche storta presa sui “trampoli” e dal maquillage che, per quanto accurato, tendeva a disfarsi, essendo stato sottratto al suo ambiente (e anche al suo giudice) naturale. E’ stato un modo inedito e simpatico per sottolineare il concetto del “Se non ora, quando?” ribadendo, in un originale gioco di ruolo, il concetto dell’autonomia di scelte in fatto di modelli femminili e, soprattutto, di garbata e ironica condanna (senza ricorso alle istanze superiori della Giustizia) di consumati stereotipi maschili. Perché, cari colleghi maschietti, la colpa è di chi vende ma, soprattutto, di chi compra. Non dimentichiamolo…

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